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2017/10/27

“Bibbia 4.0”, le copie false beffano e puniscono i ficcanaso

Ultimo aggiornamento: 2017/10/27 13:10. 

I recenti servizi giornalistici su Bibbia 4.0, l’archivio online di foto intime di donne (comprese alcune ragazze ticinesi) che circola in Rete da circa un anno producono un effetto collaterale pressoché inevitabile: alcuni internauti approfittano dei dettagli forniti durante i servizi stessi per andare in cerca di questo archivio.

È ovvio, o almeno dovrebbe esserlo, che detenere o diffondere questo genere di immagini può avere conseguenze legali gravissime, non solo perché si tratta di foto intime diffuse senza il consenso delle persone ritratte ma anche perché alcune delle persone riprese sono o erano minorenni. C’è, insomma, il rischio di trovarsi coinvolti in un traffico di pornografia minorile illegale, che si aggiunge al fatto di alimentare un trauma e un tormento che ha già portato ad un suicidio.

Ma questo genere di ragionamento di buon senso e rispetto probabilmente non fermerà chi vuole procurarsi questo materiale. Sarà invece la Rete stessa a farlo: intorno al nome dell’archivio è nata infatti una vera e propria industria di falsari che diffondono copie finte di questa collezione di immagini e pubblicano video “tutorial” che fingono di spiegare come trovarla.

Lo scopo di questi falsari non è altruistico: usano il clamore intorno alla vicenda per generare visualizzazioni dei propri video, per prendere in giro i ficcanaso che cercano l’archivio e, in alcuni casi, per indurre questi ficcanaso a visitare siti strapieni di pubblicità (sulle quali i falsari guadagnano) e a scaricare file infetti che devastano i computer o smartphone di chi li apre e li installa.

Per esempio, ci sono numerosi siti che promettono di fornire la password all’archivio a chi immette il proprio numero di telefonino, ma in realtà chi abbocca rischia di trovarsi abbonato a un servizio a pagamento dal quale è difficile togliersi.




Anche se le intenzioni di questi truffatori non sono affatto positive, il risultato è che le copie dell’archivio autentico sono nascoste in mezzo a una foresta di copie false e di piste fasulle, per cui chi va a caccia di questo materiale facilmente ottiene soltanto una colossale perdita di tempo, del malware nei propri dispositivi, e una bolletta telefonica salatissima. Per non parlare delle abbondanti tracce digitali che lascia: le indagini della polizia sono ancora in corso, per cui non entro nei dettagli. Ma il messaggio dovrebbe essere chiaro anche a chi non ha rispetto ma ragiona solo con l’egoismo: conviene stare alla larga da questo archivio.

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