2010/09/29

Repubblica: Star Wars, Star Trek, che differenza c’è?

Uscirà Star Wars in 3D. Repubblica lo guarderà tutto chiedendosi quando arriva il capitano Kirk



"Ma, capo, che ne so io? Sono tutti e due verdi e con le orecchie a punta..."

Immagine tratta da Repubblica. Grazie a Enrico V. per la segnalazione.


14:55


L'articolo è stato corretto intorno alle 14:50. Quindici minuti dopo la pubblicazione di questo post. Ci leggono, ci leggono :-)

Ho le prove: ci furono QUINDICI missioni lunari

Luna, sono stati gli svizzeri a tenere nascosto il complotto


Stamattina sfogliando il catalogo pubblicitario del Jumbo (catena di negozi per il fai da te in Svizzera) mi è caduto inevitabilmente l'occhio su questa immagine.


Poi ho letto la didascalia e mi è venuto un sospetto: la Black and Decker nasconde un terribile segreto? È grazie alla proverbiale discrezione svizzera che gli americani sono riusciti a nascondere il fatto che sono andati sulla Luna quindici volte, anziché le sei ufficiali?

Sì, perché se leggete la didascalia viene rivelata l'incredibile verità: "Il trapano Apollo della Black & Decker® utilizzato per 15 missioni lunari dall'Apollo; uno strumento progettato per rimuovere campioni dalla luna."


C'è scritto lì. Ditelo a Giacobbo, che ci fa una puntata di Avoyager. A proposito: Mrbandian, chiediamo ufficialmente e a gran voce la terza puntata. Non possiamo fermarci alla seconda. Stiamo ancora piangendo dal ridere.


2010/10/01


Un lettore, Motogio, ha trovato la spiegazione più probabile dell'arcano. La versione tedesca del catalogo (che vedete qui accanto, cliccabile per ingrandirla) ha la stessa didascalia, che dice: "Mit dem Apollo-Mondbohrer von Black & Decker® werden während der Apollo-15-Mission erfolgreich Bodenproben vom Mond entnommen", ossia "Con il trapano lunare Apollo di Black & Decker furono prelevati con successo campioni di suolo durante la missione Apollo 15".

L'abilissimo traduttore dal tedesco (praticamente tutti i cataloghi della Svizzera Italiana vengono preparati in tedesco e poi tradotti) ha capito "15 missioni Apollo" al posto di "missione Apollo 15", denotando non solo problemi di comprensione del tedesco, ma anche una totale ignoranza della storia delle missioni spaziali. Congratulazioni.

Ufologia e cerchi nel grano stasera alla TV svizzera

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2010/10/05.

Questa sera sarò ospite di Con_testo, il programma serale della RSI, per discutere di ufologia e del neonato CICAP Ticino con Candida Mammoliti del CUSI (Centro Ufologico Svizzera Italiana).


Aggiornamento ore 21:30


Chi si aspettava la rissa sarà rimasto deluso, ma non era questo lo scopo del confronto e non è questo lo stile del Cicap Ticino. Per i dettagli e i dibattiti ci sono altre sedi. L'importante era far sapere che il Cicap Ticino c'è ed è a disposizione. Tra poco dovrebbe essere disponibile lo streaming qui: nel frattempo posso dire solo che la parte più interessante, come spesso accade, è stata nei fuori onda, che per correttezza non posso raccontare.

Quello che mi dispiace è che il CUSI – da quello che ha detto la Mammoliti – ha l'impressione che gli si voglia rubare la piazza o dare delle lezioni: assolutamente no, e questo l'ho chiarito in privato. L'attività del Cicap Ticino non esclude o rimpiazza quella di nessun altro gruppo di ricerca. È semplicemente una risorsa in più. Nulla vieta a chi ha avvistato un fenomeno di rivolgersi al Cicap Ticino e anche al CUSI, come è già successo.


Aggiornamento 2010/10/01


La puntata è ora disponibile in streaming.


Aggiornamento 2010/10/05


Il forum del CUN (Centro Ufologico Nazionale) mi riserva una cordiale accoglienza.

2010/09/28

Cimeli spaziali all’asta in Italia, avete 48 ore

Asta spaziale? No, Goldrake non c'entra. Questa è roba seria


Me la sono quasi lasciata sfuggire, ma ho ancora due giorni di tempo per segnalarvi quella che mi risulta essere la prima asta online italiana di cimeli spaziali di vari paesi. Pezzi di veicoli Apollo e Shuttle che hanno volato nello spazio, manuali originali, attrezzi usati per l'addestramento degli astronauti lunari, e molto altro. I miei pezzi preferiti sono una bandierina firmata da Yuri Gagarin e Vladimir Komarov e gli scritti originali di Tsiolkovski. C'è roba per tutte le tasche. L'asta è gestita da Luigi Pizzimenti, che è ancora più malato di spazio di me, presso Collectionspace.it.

Fra l'altro, Pizzimenti ha scritto un bel libro sulle missioni lunari, Progetto Apollo: Il sogno più grande dell'uomo (Elara).

La bufala dell’ambasciatrice ONU per gli alieni [UPD 2010/10/06]

Niente ambasciatori per gli alieni all'ONU


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Nonostante quanto pubblicato da vari giornali italiani e stranieri (La Stampa, il Giornale, MTVnews.it, Telegraph, Daily Mail, The Australian, News.com.au, giusto per citarne alcuni), alle Nazioni Unite non c'è nessuna ambasciatrice incaricata di tenere i rapporti diplomatici con gli alieni in caso di visita al nostro pianeta. Mazlan Othman, l'astrofisica citata come presunta ambasciatrice, ha smentito tutta la faccenda in una mail mandata al Guardian. Newslite.tv dice inoltre di aver ricevuto una smentita da un portavoce dell'ONU.

L'origine della falsa notizia è il Sunday Times, con un articolo che il giornale vorrebbe addirittura farsi pagare dai lettori.

A nessuno, a quanto pare, è venuto il dubbio che la notizia pubblicata dal giornale britannico potesse magari essere una panzana e che quindi sarebbe stato corretto verificarla prima di pubblicarla. Complimenti.


Aggiornamento 2010/10/05


Nexus non accetta la smentita, tirandomi personalmente in ballo addirittura nel titolo (Mazlan Othman vs Paolo Attivissimo 1-1), manco l'ufologia fosse un concorso sportivo. Sostiene che "le smentite erano solo un gioco di parole creato appositamente per prendere tempo". Ma le presunte prove di quest'asserzione sono link che portano a una riunione della Royal Society sul tema della vita extraterrestre, alla quale partecipa la Othman. Riunione che non c'entra con una nomina ad ambasciatrice dell'ONU per i contatti con gli extraterrestri.


Aggiornamento 2010/10/06


La BBC ha pubblicato un'intervista video nella quale la Othman ribadisce ancora una volta che non è stata nominata ambasciatrice per gli alieni. Basterà a far rettificare il titolo a Nexus? Accetto scommesse. Intanto La Stampa insiste con la notizia: "Mazlan Othman, 58 anni, in questa settimana riceverà la titolarità dell’United Nations Office for Outer Space Affairs, cioè in pratica il ministero degli affari spaziali. Nell’ambito di questo incarico è anche previsto l’improbabile compito di gestire il dialogo con interlocutori alieni". La Othman dice di no. Vedete voi.

2010/09/27

Hal, apri gli archivi: un documentario dedicato a 2001: Odissea nello spazio


Si intitola 2001: Beyond the Infinite, ed è un progetto di Douglas Trumbull, il genio degli effetti speciali che creò con Kubrick l'universo di 2001; non è chiaro se verrà completato o no, stando a questo video. Grazie a Daniele per la segnalazione.

Visto che sono in tema di 2001, ecco una foto di Keir Dullea, l'attore che interpretò David Bowman.


La foto non è tratta dalla sequenza finale del film, in cui Bowman è invecchiato: mostra come è adesso Dullea, in questo spezzone di documentario girato da Sean Dunne. La somiglianza con il Dullea invecchiato dal trucco nel film quarant'anni prima è sorprendente. Chicca nella chicca: la pronuncia esatta di Dullea (dull-ei).

Messa a fuoco? Cos’è?

Fotografia computazionale: scegliere la messa a fuoco di una foto dopo averla scattata


Ogni tanto m'imbatto in qualche scoperta tecnologica che risveglia l'effetto wow: quello che si prova quando si vede per la prima volta una cosa apparentemente impossibile diventare realtà.

È il caso di questa demo di Adobe, dove viene mostrata un'applicazione di una lente addizionale "plenottica" (plenoptic lens), composta da un gran numero di microlenti, che si mette fra il sensore e l'obiettivo normale e permette di fotografare il soggetto da angolazioni multiple leggermente differenti. Il segnale raccolto contiene quindi informazioni tridimensionali che consentono di scegliere quale piano di messa a fuoco utilizzare dopo aver scattato la foto. Vedere per credere.


Ci vuole una discreta potenza di calcolo e si paga il prezzo di una risoluzione inferiore, ma evitare con certezza che una foto irripetibile sia sfocata è un privilegio impagabile.

Se vi interessano i dettagli, date un'occhiata a questo articolo o a questo (PDF scaricabile) e soprattutto a questo video esplicativo (74 MB, niente streaming). E poi ditemi se non vi sentite dentro una scena di Blade Runner.

Macchianera Blog Awards 2010:non ho vinto! Bravo Andrea!

Per qualche bizzarro motivo non trovo al volo i risultati ufficiali dei Macchianera Blog Awards, ma questi dovrebbero essere validi. Bravi a tutti, ma soprattutto ad Andrea Beggi, mio diretto concorrente nella sezione dei blog tecnico-divulgativi.

È bello vedere che c'è talento in giro nei blog. Forse più che nelle redazioni di tanti giornali.

2010/09/26

Ci vediamo a Varese il 9 ottobre per parlare di complotti lunari e altre bufale?

Ci sono un po' di appuntamenti spaziali nei prossimi giorni. Partiamo dal piccolo: sono stato invitato a tenere una conferenza sulle tesi di complotto lunare e sulle altre bufale piccole e grandi di cui mi occupo. La conferenza si terrà a Varese sabato 9 ottobre alle 16, presso la sala conferenze dello spazio scopriCoop, in via Daverio 44.

L'incontro verrà moderato da Bruno Moretti Turri, Presidente dell'Academia Philosophiae Naturalis, ed è organizzato dalla suddetta Academia Philosophiae Naturalis, da SETI ITALIA Team "G. Cocconi" e da Coop Lombardia con il patrocinio di FOAM13 (Fondazione Osservatorio Astronomico Messier 13) di Tradate, CICAP, Unione Astrofili Italiani, Gravità Zero e (Cattiva) Scienza in TV.

L'ingresso è libero: per informazioni chiamate il numero italiano 340-9935956. Porterò con me un po' di oggetti spaziali e qualche copia dell'edizione aggiornata a colori del mio libro "Luna? Sì, ci siamo andati!". Ringrazio Varese News per la segnalazione.

Parlando di veri protagonisti dello spazio, mercoledì 29 settembre alle 18, l'astronauta Shuttle svizzero Claude Nicollier sarà all'hangar principale della base aerea di Locarno-Magadino per una conferenza sul tema "Dal biplano allo spazio". L'ingresso è libero; i posti sono limitati ai primi 500 iscritti. Per informazioni chiamate il numero svizzero 091 791 00 91. Visto che Nicollier è uno degli astronauti abilitati a compiere passeggiate spaziali, magari riusciamo a farci dire se è vero che alcuni astronauti si fanno togliere le unghie delle dita per non farsele maciullare dai guanti della tuta spaziale.

Aggiungo, infine, che se vi interessano questi argomenti vi conviene tenervi liberi per la sera del 22 ottobre. Per ora non posso dire di più.

2010/09/24

Stuxnet è un virus militare contro l’Iran? [UPD 2010/10/05]

Questo articolo vi arriva grazie a uno sponsor.

Avevo parlato del virus Stuxnet a luglio, quando era stato segnalato come un pericolo un po' bizzarro per gli utenti Windows perché ne sfruttava una vulnerabilità (oggi rattoppata) per raggiungere il suo vero bersaglio, che era costituito dai sistemi di controllo di processi industriali denominati genericamente SCADA.

Ora nuove indagini sembrano indicare che sia molto più di un virus atipico: sarebbe addirittura un'arma informatica concepita per colpire un bersaglio militare ben preciso facendone andare in tilt gli apparati di controllo. C'è chi fa il nome della centrale nucleare iraniana di Bushehr, vista da molti come una potenziale fabbrica di armi atomiche.

Indubbiamente le analisi del virus pubblicate da Symantec indicano che non si tratta del solito virus fabbricato da un ragazzino arrabbiato o dal crimine organizzato in cerca di soldi facili. Usa un metodo d'infezione nuovo e originale che non richiede l'interazione dell'utente: basta che venga visualizzata la sua icona su un sistema Windows non aggiornato. Sfrutta ben quattro vulnerabilità prima sconosciute. È un rootkit, capace non solo di rendersi invisibile a Windows, in modo classico, ma anche di sfruttare i programmi Windows usati per programmare i sistemi di controllo industriale (PLC) per iniettarsi in questi sistemi e rendersi invisibile anche lì. È, in altre parole, il primo rootkit per PLC, secondo Virus Bulletin.

Come se non bastasse, contiene inoltre 70 blocchi cifrati che rimpiazzano alcune funzioni fondamentali di questi sistemi, come il confronto di date e orari di file, ed è capace di personalizzare l'iniezione di questi blocchi in base al tipo di PLC che sta attaccando. Se la prende soltanto con una specifica configurazione di software presente nei sistemi di controllo realizzati dalla Siemens (che ha predisposto una pagina informativa apposita). I suoi autori hanno rubato le firme digitali segrete di due fabbricanti di chip taiwanesi per usarle in Stuxnet e farlo sembrare software certificato. Perché darsi tutta questa pena? E perché le statistiche d'infezione di Stuxnet sin da luglio scorso vedono al primo posto l'Iran, con quasi il 60% delle infezioni?

Il 29 settembre verranno presentati a Vancouver, nel corso della VB Conference 2010, i risultati delle indagini dei principali produttori di antivirus. Ma alcuni esperti si sono già sbilanciati: Liam O'Murchu, della Symantec, ha detto alla BBC che "il fatto che vediamo così tante infezioni in più in Iran che in qualunque altro paese del mondo ci fa pensare che questa minaccia informatica era mirata all'Iran e che c'era qualcosa in Iran che aveva un valore molto, molto alto per chiunque l'abbia scritta". È abbastanza evidente che se un virus del genere prende il controllo di un sistema industriale, può farne saltare le sicurezze, aprendone le valvole, spegnendone gli apparati di raffreddamento o facendolo girare troppo velocemente, per esempio. Il risultato non è un crash di un PC: è un kaboom di una fabbrica, di un oleodotto, di un impianto chimico o di una centrale elettrica.

Il ricercatore di sicurezza informatica tedesco Ralph Langner ha pubblicato un'analisi dettagliata di Stuxnet che descrive Stuxnet come un attacco di sabotaggio diretto, "un'arma usabile una sola volta", e mirato a un sistema di controllo industriale molto specifico, che ha richiesto grandi risorse economiche e ampie conoscenze dall'interno (in altre parole, spionaggio) da parte di qualcuno che sa che verrà identificato ma sa anche di poter agire con impunità.

Langner ipotizza inoltre che il bersaglio specifico sia (o sia stato) il reattore nucleare iraniano di Bushehr, citando come indizio supplementare una fotografia (mostrata qui accanto) di una schermata del sistema di controllo del reattore che visualizza una finestra di avviso di licenza scaduta. Se è autentica, c'è di che rabbrividire all'idea di far girare un reattore nucleare usando software pirata, con o senza Stuxnet in mezzo ai piedi. Un altro possibile indizio è che l'avvio della centrale di Bushehr, previsto per agosto, è stato misteriosamente rinviato, ufficialmente per l'eccessiva calura estiva. Ma Bruce Schneier obietta che le prove concrete a supporto di questa parte della tesi di Langner sono per ora scarse.

Siemens, da parte sua, ha chiarito alla BBC che non ha alcun legame con l'Iran o con la fornitura di impianti per la centrale di Bushehr o di altri apparati nucleari iraniani, e che nessuno dei casi documentati d'infezione di sistemi industriali da parte di Stuxnet (a suo dire solo quindici, principalmente in Germania) ha causato problemi di produzione o controllo. La cosa non sorprende, perché una caratteristica di Stuxnet è che prima di agire distruttivamente verifica che il sistema che lo ospita sia proprio quello desiderato dai suoi creatori, altrimenti non fa nulla. Altre fonti parlano di circa 45.000 sistemi infetti in giro per il mondo.

Sia come sia, Stuxnet rappresenta il primo caso pubblicamente noto di un virus informatico utilizzato a scopi militari per un attacco distruttivo nel mondo reale (o forse il secondo, se la storia del Dossier Farewell e dell'esplosione dell'oleodotto siberiano nel 1982 è vera). Il vero problema è che le sue tecnologie verranno rese pubbliche e quindi saranno presto a disposizione di stati (o di organizzazioni criminali) anche meno sofisticati di quelli che l'hanno creato. Quand'anche l'ipotesi di attacco informatico alla centrale nucleare iraniana dovesse rivelarsi soltanto una fantasia alla Tom Clancy, rimane il fatto che Stuxnet ha dimostrato che i sistemi industriali vitali sono troppo vulnerabili. Meglio cogliere l'occasione per riflettere seriamente sulle politiche aziendali di sicurezza riguardanti questi sistemi.


Aggiornamento 2010/09/26


La BBC scrive che secondo l'agenzia iraniana ufficiale IRNA, Stuxnet ha infettato i personal computer del personale presso la centrale nucleare di Bushehr, ma il sistema operativo della centrale non è stato danneggiato. Secondo Mahmoud Liay, responsabile del consiglio per l'informatica del ministero dell'industria iraniano, "è stata lanciata una guerra elettronica contro l'Iran" e gli indirizzi IP infetti in Iran sarebbero circa 30.000.


Aggiornamento 2010/09/30


L'analisi di Stuxnet rivela vari indizi interessanti: un riferimento biblico che secondo alcuni potrebbe indicare Israele come artefice del super-virus oppure essere stato messo da qualcun altro per incastrare Israele. C'è chi invece teorizza che l'attacco informatico sia opera del Pentagono con il supporto della Germania. Alla fine Stuxnet diventa un'arma psicologica: oltre a danneggiare gli impianti, crea paranoia. E la paranoia è assai più distruttiva di qualunque attacco convenzionale.

Un ricercatore di Symantec ha inoltre scoperto che Stuxnet è in grado di reinfettare un PC dopo che il PC è stato ripulito con un antivirus. Si nasconde nei file utilizzati per configurare i sistemi Siemens che sono il suo vero bersaglio.


Aggiornamento 2010/10/05


Cnet ha pubblicato un'ottima sintesi dello stato attuale delle conoscenze pubbliche su Stuxnet, fra miti e realtà.

Vipere dall’elicottero? No, ma topi sì: imbottiti di paracetamolo, per eliminare i serpenti

Mouse with parachuteCredit per l’immagine: Crateva (Flickr).

Conoscete la leggenda metropolitana secondo la quale le associazioni ambientaliste più radicali paracaduterebbero nei boschi dei sacchetti pieni di vipere, lanciati da appositi elicotteri, per ristabilire l'equilibro della natura intaccato dalla mano maldestra dell'uomo industriale? Risale agli anni Settanta e proviene dalla Francia.

È diffusissima anche in Svizzera e in Italia ed è una leggenda per ovvie ragioni pratiche: il lancio col paracadute tenderebbe a far spiaccicare i rettili. Per non parlare della difficoltà di insacchettare un'elicotterata di vipere e dotarla di apposito paracadute. Che nessuno, fra l'altro, ha mai trovato.

Nonostante la sua assurdità, questa storia è ripetuta frequentemente, citando come fonte un imprecisato amico che lavora in polizia o altra autorità. Come al solito, le leggende metropolitane servono più a raccontare le nostre paure che a raccontare la realtà.

Ma nell'isola di Guam, territorio statunitense sperduto nell'Oceano Pacifico occidentale, la leggenda viene invertita e diventa bizzarra realtà: il Dipartimento dell'Agricoltura statunitense sta paracadutando sulla base navale di Guam topi morti imbottiti di paracetamolo e dotati di transponder (segnalatori radio), affinché i serpenti che infestano l'isola li mangino e muoiano avvelenati dal farmaco, che per loro è veleno. I transponder servono per sapere se l'esca volante viene davvero ingerita.

I serpenti che infestano Guam non sono originari dell'isola (vi arrivarono negli anni Cinquanta) e non avendo predatori naturali si sono riprodotti a dismisura, sterminando gli uccelli dell'isola e causando interruzioni di corrente quando rimangono ingarbugliati nelle linee elettriche (video). Su Guam si ha una delle più alte densità di serpenti al mondo: in media uno ogni 200 metri quadri.

Una volta tanto, una storia che sembra una bufala ma non lo è. Detto questo, vado a scrivermi un promemoria gigante: non visitare Guam. Mai.

Anticopia, craccato HDCP su Blu-ray e pay TV

La chiave supersegreta dell'anticopia su Blu-Ray e TV a pagamento non è più segreta


Il sistema anticopia HDCP (High-bandwidth Digital Content Protection) di Intel, concepito per impedire la duplicazione di audio e video digitali sugli apparecchi non autorizzati, in barba alle leggi che danno ai consumatori questo diritto per uso personale sui prodotti legalmente acquistati, è stato scavalcato definitivamente. La sua segretissima master key, la chiave passepartout che sblocca e sprotegge ogni cosa, è stata resa pubblica. Intel stessa ha confermato le voci che circolavano già in proposito.

In altre parole, tutte le complicazioni e le incompatibilità messe in atto per cercare di scoraggiare la pirateria non sono servite a nulla, se non a rendere più difficile la vita agli utenti onesti, afflitti dai costi maggiori di tutto il sistema anticopia (le case produttrici di lettori, televisori e proiettori pagano una royalty per poter usare l'HDCP e devono menomare i propri apparecchi). I pirati, invece copiavano allegramente qualunque cosa.

Il protocollo HDCP viene utilizzato per proteggere dalle intercettazioni i segnali digitali in uscita da set top box per TV via cavo e via satellite, lettori Blu-ray, console per videogiochi e altri apparecchi. Solo i televisori, monitor e proiettori autorizzati dalle case cinematografiche possono riprodurre questi segnali digitali protetti. Se avete un apparecchio tecnicamente in grado di riprodurre il segnale digitale ma non dotato di chip HDCP, siete fregati. L'HDCP era presente in Windows Vista già al debutto e penalizzava la fruizione di audio e video digitale da parte degli utenti legittimi anche sui computer dotati di questo sistema operativo (se il monitor non era compatibile HDCP, l'utente non poteva usarlo per vedere contenuti protetti, anche se ne aveva il diritto legale). C'è anche in Mac OS X.

Viene spontaneo pensare che a questo punto sarà più facile copiare i film in Blu-ray per vederseli su un computer o su un televisore non dotato di questi chip anticopia, ma in realtà esistono già metodi più che efficienti per questo genere di duplicazione, come dimostra la cattura da Iron Man 2 qui accanto. La vera novità è che ora diventa facile registrare digitalmente, senza perdita di qualità, i segnali delle TV via cavo e via satellite a pagamento in alta definizione. Finora questo era possibile solo accettando copie analogiche degradate.

Intel non sembra turbata dalla fuga di segreti: dice che farà causa a chiunque cerchi di realizzare apparecchi che la sfruttino. Buona fortuna: in un mercato nel quale anche risparmiare cinque dollari sui costi può significare la differenza fra essere competitivi o soccombere, sarà difficile che i fabbricanti in Cina, per esempio, resistano alla tentazione di generarsi le proprie chiavi HDCP invece di pagarle, offrendo così apparecchi meno cari e più versatili (ai quali si potranno, per esempio, collegare anche monitor o proiettori non-HDCP senza degrado artificiale della qualità).

Intanto Ars Technica riassume bene l'assurdità di questi sistemi anticopia: "A Intel e alle società di produzione di media non importa nulla che i loro sistemi di cifratura offrano soltanto una protezione simbolica e disagi ai consumatori; importa solo che siano sufficienti a soddisfare la soglia della [legge americana] DMCA per i sistemi di protezione dei contenuti: il loro vero strumento contro gli usi non approvati dei contenuti digitali è la minaccia di azioni legali, non la crittografia". Oltretutto si sapeva già dal 2001 che il sistema HDCP era vulnerabile: bastava conoscere le chiavi di una cinquantina di apparecchi per recuperare la chiave passepartout usando un po' di matematica.

In pratica, è oggi evidente che tutta la storia dell'HDCP era una foglia di fico data in pasto alle case discocinematografiche per convincerle a distribuire contenuti in alta definizione facendo loro credere di essere al riparo dalla pirateria. Invece i pirati incassano e la foglia di fico la paghiamo noi. Sotto forma di denaro per apparecchi più costosi e di ostacoli alla fruizione di quello che abbiamo legalmente acquistato. Deprimente.

2010/09/23

Sì, Facebook ha problemi

Facebook momentaneamente in tilt


Se non riuscite a collegarvi a Facebook, il problema potrebbe non essere vostro. Il feed Twitter di Facebook in questo momento dice che "Facebook potrebbe essere lento o non disponibile per alcune persone a causa di questioni relative al sito. Stiamo lavorando per sistemare la cosa rapidamente." ("Facebook may be slow or unavailable for some people because of site issues. We're working to fix this quickly."). L'avviso risale a un'oretta fa. Uno status aggiornato è disponibile qui e parla di "problemi di latenza".

A me funziona benissimo, peccato che non lo uso. Pane, denti, denti, pane.

Quello non è volare, è cadere con stile. Molto stile

E poi dicono che in Svizzera non succede mai niente


Guardate i primi sette secondi con il volume alzato. Non lo rimpiangerete.

Gli UFO bloccarono missili nucleari? Lo sapremo il 27 (UPD20100930)

Ex militari USA annunciano prove finali degli UFO. Di nuovo


Sta proliferando la notizia della conferenza stampa indetta per il 27 settembre prossimo da parte di un gruppo di ex militari statunitensi e britannici che dicono di aver assistito a interazioni fra UFO e siti nucleari, causando malfunzionamenti dei missili atomici.

Reuters dice che durante la conferenza stampa, che si terrà al National Press Club a Washington, gli ex militari dovrebbero distribuire "documenti governativi americani desegretati" che "forniscono prove della realtà dell'attività di UFO presso siti di armi nucleari fin dal 1948". Roba che scotta.

Il capitano Robert Salas, uno di questi ex militari, afferma che "l'aviazione degli Stati Uniti sta mentendo a proposito delle implicazioni per la sicurezza nazionale degli oggetti aerei non identificati presso le basi nucleari, e lo possiamo provare." Va bene. Aspettiamo allora lunedì 27 e vediamo che cosa hanno da mostrare, poi valuteremo queste "prove". Abbiamo aspettato finora, qualche giorno in più non cambierà le cose, che diamine.

Anche perché non è la prima volta che il capitano Robert Salas racconta la propria storia: una rapida ricerca fa emergere una sua intervista data 2008 a Larry King Live, nella quale racconta lo stesso episodio che sta raccontando ora, avvenuto alla base missilistica di Malmstrom, nel Montana, nel 1967. A suo dire, mentre lui era sottoterra nella base, la vedetta in superficie disse di aver visto "un oggetto ovale rosso e luminoso che fluttuava al di fuori del cancello principale" e i missili nucleari assegnati a Salas si disattivarono.


Salas aveva già raccontato la stessa storia anche nel 2000 a Top Secret Testimony. Aspettiamo di vedere quali prove presenterà stavolta. Nel frattempo possiamo fare una riflessione pratica. Se davvero vengono a trovarci dei visitatori spaziali capaci di paralizzare come se niente fosse persino le nostre armi più potenti e sofisticate, forse è il caso di assecondarli e non farli arrabbiare. Quindi se non si presentano pubblicamente, per esempio davanti alla Casa Bianca, è perché non vogliono farsi notare. Andare in pubblico a spiattellare il segreto della loro esistenza potrebbe essere, come dire, controproducente.

Possiamo anche chiederci il perché di tanto interesse per una vicenda già raccontata due volte e per la quale non ci sono conferme di terzi e non c'è neanche uno straccio di fotografia che possa allettare i giornalisti in cerca di vuoti da riempire. La risposta è probabilmente molto semplice: non sono stati i giornalisti ad andare a cercare la notizia, ma è la notizia che è andata in cerca di giornalisti.

Infatti, come correttamente indicato da Reuters con la dicitura "PR Newswire", la fonte dell'annuncio delle nuove prove e della conferenza stampa è un comunicato stampa rilasciato da Salas stesso insieme a Robert Hastings, uno scrittore che ha un nuovo libro ufologico da promuovere. Sarà un caso? ®

Fonti: News.com.au, Arms Control Wonk, Herald Tribune.


2010/09/30


La conferenza stampa c'è stata, ma non è andata come annunciato. Se vi interessano i dettagli, sono qui.

2010/09/22

“La Stampa” garantisce: eruzione solare letale nel 2013

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2010/09/23.

Se La Stampa pubblica nella sezione Scienza un articolo che titola "Nel 2013 una gigantesca eruzione solare paralizzerà il nostro Pianeta", senza forse e senza ma, viene da crederci, giusto? La Stampa è un giornale, perdinci, mica un blogghettino di qualche perditempo. La Stampa ha una redazione. I suoi giornalisti percepiscono uno stipendio. È “Gente Pagata per Scrivere le Notizie”. Gente che quindi sa il fatto suo, giusto?

Quindi se La Stampa aggiunge che c'è un "allarme degli scienziati NASA" che "prevedono per il 2013 una gigantesca eruzione solare in grado di scatenare una tempesta magnetica sulla Terra" e dice che ci sarà una "'apocalisse magnetica' che metterà in ginocchio il trasporto aereo, i sistemi di localizzazione geografica guidati da Gps, i servizi finanziari e le comunicazioni radio militari", mi sento legittimato a farmela addosso, lasciarmi andare al panico, poi virilmente riprendermi e radunare provviste d'emergenza, costruire un bunker nelle Alpi e imparare l'uso delle armi da taglio meglio di Rambo, giusto?

Non è finita: il prossimo picco di attività solare "secondo gli esperti statunitensi sprigionerà una potenza pari a 100 bombe ad idrogeno e provocherà per l'economia USA danni economici venti volte maggiori di quelli dell'uragano Katrina". Notate la certezza con la quale viene fatta la previsione catastrofica. Non c'è un forse o un potrebbe neanche a pagarlo. L'eruzione ci sarà, punto e basta, e il cataclisma è ineluttabile. Segniamoci il 2013 sul calendario e facciamocene una ragione.

Oppure facciamo un ragionamento e fermiamoci a notare la tragica quanto sospetta mancanza di fonti precise nell'articolo de La Stampa. Chi ha dato l'allarme? Gli "scienziati NASA". Chi ha fatto la previsione? "Esperti della NASA". Da dove viene annunciato l'allarme? "Da un summit di scienziati riuniti a Washington". Non un nome di uno di questi scienziati o esperti; neanche quello del summit. L'unico nome è quello del ministro della difesa britannico Liam Fox, che però parla di attacchi alle reti di comunicazione da parte del terrorismo globale. Che con il Sole non c'entra un fico secco. C'è solo un dato vago: "un rapporto della National Academy of Sciences". Rigorosamente senza nome.

Poi proviamo a cercare 2013 eruzione summit Washington in Google e scopriamo che anche il Giornale ha pubblicato la stessa notizia, quasi parola per parola e con lo stesso tono di certezza. Al balletto dei menagramo partecipa anche Corriere.it. Repubblica addirittura precisa che la data prevista sarebbe maggio 2013. Quotidiano.net arriva addirittura ad annunciare data e ora precisa dello sconquasso cosmico:

Quindici minuti prima di mezzanotte del 22 settembre 2012 — secondo una simulazione della Nasa — la sonda spaziale Ace che tiene d’occhio il Sole, avvertirà i computer del centro spaziale di Houston che una colossale bolla di plasma si è staccata dalla superficie solare e ha iniziato a dirigersi verso la Terra. Entro 90 secondi il buio scenderà prima sulla costa orientale americana, poi nel resto del mondo.

Tutte queste testate ribadiscono la notizia, quindi siamo sicuri che è vera, giusto?

Sbagliato. Perché della notizia non c'è traccia nella stampa estera. Nessun summit di scienziati a Washington parla di catastrofi nel 2013. Ma appena si Googla il nome del ministro Liam Fox insieme a 2013 e alle parole solar flare, ossia "eruzione solare", compare una traccia molto interessante: l'autorevolissimo The Sun. Che guarda caso parla proprio di "paralizzare" il nostro pianeta, con questa pagina per nulla sensazionalista.


Vi risparmio i fotomontaggi con il cielo delle grandi città del mondo tinto di rosso. Anche al trash c'è un limite.

Salta fuori anche un'altra pubblicazione seria e scientifica, il Daily Mail britannico di ieri, che parla ancora di "paralizzare la Terra", fa proprio lo stesso esempio delle cento bombe all'idrogeno e di venti volte i danni di Katrina e parla di un summit di esperti a Washington. Solo che fa alcune precisazioni importanti, assenti nelle versioni italiane: il summit s'è tenuto quasi quattro mesi fa e Liam Fox c'entra perché ha appena tenuto il discorso d'apertura di una conferenza internazionale sulla vulnerabilità delle reti elettriche. La UPI aggiunge che la conferenza si è tenuta a Westminster sotto l'egida dell'Electric Infrastructure Security Council e della Henry Jackson Society.

Cosa ancora più importante, persino il Sun e il Daily Mail dicono una cosa ben differente rispetto alla devastazione garantita dai giornali italiani. Dicono che nel 2013 potrebbe verificarsi una grande eruzione solare. Potrebbe. Nel senso di "ma anche no".

Qualora si verificasse, aggiunge il Mail, l'eruzione potrebbe causare una tempesta geomagnetica sulla Terra. Potrebbe. E i danni di un'eventuale tempesta verrebbero minimizzati se si sapesse del suo arrivo con un anticipo sufficiente a mettere in sicurezza le reti elettriche e i satelliti. Anticipo che le sonde NASA, come il Solar Dynamics Observatory e gli osservatori spaziali gemelli STEREO, cercano di darci. Il rischio c'è e occorre prepararsi a prevenirlo (ne ho scritto in alcuni articoli precedenti), ma non sono affatto garantite né la data del 2013 né l'apocalisse di cui parlano irresponsabilmente i giornali italiani.

Cari colleghi stipendiati, copiare è male. Farsi beccare è peggio. Farsi beccare a copiare dai tabloid scandalistici un articolo di fanta-catastrofisica è roba da seppellirsi per la vergogna. Almeno abbiate il buon senso di copiare dai giornali seri. Altrimenti leggervi è come cercare di imparare la ginecologia leggendo una rivista porno.


Aggiornamento 2010/09/23


Subito dopo aver pubblicato questo articolo avevo scritto a Gabriele Beccaria, responsabile di Tuttoscienze de La Stampa, una mail di educata protesta per l'allarmismo assolutamente ingiustificato fatto dai suoi colleghi della redazione Scienze. La speranza era che un collega di redazione scientifica potesse essere autorevole nel chiedere una rettifica alla redazione Scienze. Ho ricevuto in risposta solo un commento strafottente che per decenza non pubblico. Complimenti per la doppia lezione di giornalismo. Me la ricorderò la prossima volta che qualcuno mi suggerirà di mandare alle redazioni richieste di rettifica prima di criticare pubblicamente gli articoli di giornale.

Questa è la mia mail:

Oggetto: Vostro articolo su tempeste solari catastrofiche per il 2013

Buonasera Sig. Beccaria,

vorrei protestare per l'allarmismo assolutamente ingiustificato che caratterizza il vostro articolo "Nel 2013 una gigantesca eruzione solare paralizzerà il nostro Pianeta" (http://www3.lastampa.it/scienza/sezioni/news/articolo/lstp/333762/).

Credo sia molto scorretto alimentare paure proponendo come dato certo l'arrivo nel 2013 di una catastrofe del genere, quando in realtà i dati scientifici (e le stesse fonti dalle quali avete tratto ispirazione) dicono che l'eruzione nel 2013 è soltanto una possibilità, non una certezza, e che qualora avvenisse sarebbero possibili delle contromisure.

La prego di tenere in considerazione il fatto che molti giovani vi leggono e rimangono angosciati da questi annunci così categorici.


Cordiali saluti

Paolo Attivissimo

Beccaria ha risposto dicendo, in sostanza, che avrebbe informato la NASA delle mie angosce e dei miei sbalzi di pressione. Non credo ci sia altro da aggiungere.

Scie chimiche, faccia a faccia l’1/10 a San Mauro Pascoli [UPD 2010/09/28]

L'incubo di Rosario. Doppio. O triplo


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Quando ho visto quest'opera di Chris Jordan, nella fantastica doppia galleria di immagini che rappresentano l'America attraverso alcune sue cifre inquietanti e surreali, non ho saputo trattenere un sorriso.


Sembra un cielo leggermente velato...


Ma ingrandendo si vede un'intricata ragnatela di linee...


Sono aerei che rilasciano fantastilioni di scie che velano il cielo!


L'opera, Jet Trails, rappresenta undicimila scie di aerei, pari al numero di voli commerciali negli Stati Uniti ogni otto ore, secondo i dati di Jordan. Devono essere fatti così gli incubi di chi non ha niente di meglio da fare che ossessionarsi per il passaggio degli aerei che rilasciano scie di condensazione (o "scie chimiche", come le chiamano gli intenditori).

L'altro incubo è anche peggiore: finalmente sta per avvenire un faccia a faccia alla pari fra i sostenitori dell'esistenza delle "scie chimiche" e chi, con dati ed esperti, smonta le loro fantasie menagramo. Il chimico Simone Angioni, esperto scopritore delle fallacie e falsità delle teorie sulle "scie chimiche", e il biologo Giorgio Pattera, sostenitore nonostante tutto dell'esistenza di queste scie venefiche, si confronteranno il primo ottobre alle 21 a Villa Torlonia, Sala Archi, a San Mauro Pascoli, in Emilia-Romagna. Non solo: il faccia a faccia è organizzato dal parlamentare Sandro Brandolini, che ha già sottoscritto ben tre interrogazioni parlamentari sulla presunta questione delle "scie chimiche".

Se siete meteorologi, piloti, manutentori di motori d'aereo, controllori di volo, chimici o comunque esperti nei settori coinvolti nelle teorie delle "scie chimiche" e volete contribuire a far cessare questo spreco di tempo e di denaro pubblico, venite all'incontro. Le vostre testimonianze saranno preziose per far capire ai presenti, politici o meno, che tutta la storia delle "scie chimiche" è un abbaglio clamoroso che rischia di essere un autogol per chi l'ha sostenuto politicamente. Perché se un politico o una giunta comunale prende una cantonata del genere, come ci si può fidare di loro per qualunque altra scelta che riguardi l'ambiente o la tecnologia?

C'è in realtà anche un terzo incubo, il peggiore di tutti. Quello di essere stati, per un attimo fuggente, leader del movimento sostenitore delle "scie chimiche", con tanto di apparizioni televisive, e trovarsi oggi ignorati dai media, esclusi dai dibattiti e respinti persino dagli ex compagni di lotta, nel disinteresse generale. Le luci della ribalta scottano soprattutto quando si spengono. Goodbye, Rosario.


21:30. Ho ricevuto conferma che saranno permesse le riprese video.


Aggiornamento 2010/09/28


Maggiori dettagli sul confronto sono sul sito del CICAP qui. Vi regalo questo video in timelapse (accelerato 125 volte rispetto alla realtà), che ho girato stamattina dal Maniero Digitale. Sono circa due ore e mezza di tempo reale condensate in un minuto e 13 secondi.


A circa 36 secondi si può osservare bene la genesi e l'evoluzione di una scia di condensazione: segue le correnti in quota e si sfrangia a pettine, cosa che alcuni sciachimisti trovano sospetta. Ma perché mai i presunti poteri occulti che stanno dietro il complotto delle "scie chimiche" dovrebbero irrorare proprio sopra casa mia?

2010/09/21

Luna, foto ritoccate d’epoca, aggiornato libro anticomplotto

Sbarco sulla Luna, le foto ritoccate ci sono. Pubblicate da Mondadori. Per Giove!


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Ho messo le mani (e lo scanner) su "Terra Luna Anno 1", un libro della Mondadori datato settembre 1969 (pochi mesi dopo il primo allunaggio umano) e dedicato alle missioni spaziali, e ho scoperto che contiene foto maldestramente ritoccate dello sbarco sulla Luna.

Con questo genere di manipolazione in libri così autorevoli, non c'è troppo da sorprendersi che siano nate le tesi di complotto. I dettagli sono qui su Complotti Lunari.

Per smontare queste tesi di complotto ho preparato un'edizione leggermente aggiornata del mio libro "Luna? Sì, ci siamo andati!", che è scaricabile gratuitamente (le donazioni sono comunque benvenute).

Visto che sono in vena spaziale, segnalo che oggi il pianeta Giove sarà più "vicino" alla Terra di quanto lo sia stato da quarantasette anni a questa parte: sarà a circa 592 milioni di chilometri di distanza. Secondo Astronomy Now, questa relativa vicinanza lo farà sfavillare nel cielo con una magnitudine di -2.9 e gli darà una dimensione apparente di 50 secondi d'arco, tale da ingolosire qualunque astrofilo ben attrezzato. Anche Urano sarà visibile accanto a Giove come piccolo disco (3,7 secondi d'arco) per chi ha un buon telescopio. I due pianeti sorgeranno intorno alle 19:40 ora italiana (per chi sta in Italia e dintorni) verso est, abbastanza vicini alla Luna.


Lo spettacolo è insomma assicurato, così come sono assicurati gli avvistamenti di UFO che in realtà si riferiscono a Giove. Purtroppo la scarsissima conoscenza del cielo e la quasi totale assenza di programmi televisivi che facciano un minimo di divulgazione astronomica mietono vittime, come ha mostrato ieri Striscia la Notizia proprio con Giove scambiato per un UFO.

Per non parlare dell'annuncio di astronavi giganti in rotta verso la Terra, ripreso senza alcuna verifica da SegnidalCielo.it: non si capisce perché qualunque macchiolina o imperfezione in una foto astronomica deve essere interpretata come astronave. E che dire della "notizia" su Yahoo secondo la quale un ex ufficiale del NORAD, Stanley A. Fulham, avrebbe annunciato per il 13 ottobre prossimo una possibile apparizione di una flotta di veicoli extraterrestri sopra le principali città del mondo? Aspettiamo e vediamo. Accetto scommesse.

Mi chiedo se un oroscopo in meno e una segnalazione astronomica in più farebbero poi davvero così male all'audience.


Aggiornamento: Sky and Telescope indica che la magnitudo di Giove sarà -2.9, non +2.9 come scrive Astronomy Now, quindi molto maggiore di quella che avevo riportato inizialmente. Grazie ai lettori che hanno scoperto l'errore.

2010/09/19

Reattori nucleari fossili? Non è una bufala

Che ci fa un reattore nucleare sepolto due miliardi di anni fa in Africa?


Nel 1972 furono scoperti in Africa dei reattori nucleari fossili, risalenti a due miliardi di anni fa. Detta così, sembra una storiella da Voyager e il pensiero corre subito ad Atlantide, Mu, Lemuria e a tutta la collezione di civiltà perdute proposte dalla cosiddetta "archeologia alternativa". Ma non è una bufala: è scienza.

Due miliardi di anni fa ad Oklo, nel Gabon, avvenivano reazioni nucleari di fissione, proprio come nelle nostre centrali, ma non perché gli alieni o razze terrestri intelligenti dimenticate avessero edificato delle centrali energetiche. Lo aveva fatto la natura.

Sì: un reattore nucleare può formarsi spontaneamente. È facile pensare che non esista nulla di più avulso dalla natura di una reazione atomica, ma in realtà il nucleare fa parte del repertorio di sorprese che ci riserva l'universo se ci diamo la pena di esplorarlo.

Due miliardi di anni fa, la crosta terrestre era molto più ricca di oggi di una variante (più propriamente, un isotopo) dell'uranio, di nome uranio 235, che a differenza dell'uranio "normale" (uranio 238) è in grado di sostenere una reazione nucleare di fissione.

In particolari condizioni geologiche, la concentrazione di questo isotopo produceva calore, esattamente come all'interno di un reattore nucleare. Serviva una configurazione geologica che avesse una bassa concentrazione di elementi come il cadmio, che assorbe i neutroni che consentono la reazione nucleare, e un'alta concentrazione di sostanze come acqua o carbonio, che agiscono da moderatore della reazione. Quando la miscela geologica era giusta, si innescava la reazione nucleare, che durava circa un milione di anni.

Oggi queste condizioni non si possono verificare più perché non ci sono più concentrazioni sufficienti naturali di uranio 235, ma è affascinante pensare che mamma Natura ci ha battuto sul tempo di un paio di miliardi di anni. La foto qui sopra mostra il reattore fossile numero 15 presso Oklo: le chiazze gialle sono residui di ossido di uranio.

Se vi interessano i dettagli di questa scoperta, avvenuta nel 1972 ma poco conosciuta al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori, li trovate presso il sito della Curtin University dedicato ai reattori nucleari fossili.

Fonti: APOD, Gizmodo.

Le prime foto di fantasmi

Quando non c'era Photoshop e i fantasmi nelle foto incutevano terrore. E producevano incassi


Nel diciannovesimo secolo e all'inizio del ventesimo, la fotografia era ancora una novità quasi magica. Sembrava incredibile che una lastra di vetro (la pellicola ancora non c'era) potesse rappresentare così vividamente e fedelmente la realtà, ma in fondo era solo questione di chimica.

E così come oggi c'è chi approfitta della poca conoscenza del mondo scientifico per ingannare la gente, anche allora insieme alle nuove tecnologie prosperò una nuova forma di ciarlataneria e d'imbroglio: la foto spiritica.

Persino Sir Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, ne fu ingannato. Il parallelo con le celebrità che oggi vengono indicate come fonti autorevoli per sostenere maghi, venditori di talismani e sensitivi d'ogni sorta dalle parcelle spesso stratosferiche è molto chiaro.

Prima che arrivassero i fotoritocchi digitali di Photoshop c'erano i trucchi fotografici convenzionali e già nel 1905 c'era chi approfittava di questi trucchi e dell'ignoranza della scienza per turlupinare il prossimo. Grazie a Internet queste prime immagini riemergono ai nostri occhi. Oggi siamo forse meno impressionabili, perché la fotografia ha perso il proprio alone di magia, ma comunque le immagini di fantasmi realizzate dal cosiddetto Circolo di Crewe inquietano. Immaginate che effetto emotivo possono aver avuto cent'anni fa, quando il concetto stesso di fotografia, di cattura di un'immagine del reale, pareva incredibile.

Il Circolo di Crewe fu fondato in Inghilterra da William Hope, falegname scopertosi medium fotografico, quando scoprì che facendo una doppia esposizione delle lastre fotografiche si potevano creare false immagini di spiriti inseriti nelle fotografie di persone viventi. La tragedia della prima guerra mondiale creò grandissimo interesse per le fotografie spiritiche: tanti avevano perso qualcuno in guerra e il desiderio di rivedere i propri cari era intensissimo.

Nel 1922 William Hope lavorava moltissimo come medium fotografico a Londra, ma fu smascherato dalla Society for Psychical Research. Eppure l'autore di Sherlock Holmes, invece di riconoscere di essere stato raggirato, difese accanitamente il medium. Probabilmente giocò molto nella sua presa di posizione la perdita improvvisa del fratello, dei due cognati e di due nipoti e il desiderio di rivederli in qualche modo.

Nonostante la rivelazione delle sue tecniche, Hope continuò ad esercitare il mestiere per anni. Oggi le fotografie spiritiche del Circolo di Crewe di cent'anni fa vengono pubblicate su Internet dopo essere state riscoperte in un negozio d'antiquariato del Lancashire. Fece del bene, dando una consolazione ai famigliari, o truffò speculando sulle loro emozioni?

2010/09/18

Debutto del CICAP Ticino

Il CICAP Ticino è appena nato e già rompe. Gli specchi


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. 

Saletta piena per il debutto di ieri, venerdì 17, del CICAP Ticino. Insieme a Marco Morocutti, del CICAP italiano, abbiamo parlato delle varie attività dell'associazione fondata da Piero Angela e sfatato alcuni miti che la circondano nelle sue indagini sulle affermazioni che riguardano il paranormale e l'insolito.

Ci siamo anche divertiti ad effettuare alcune dimostrazioni pratiche. Alcuni soci del CICAP Ticino, me compreso, hanno ingerito un'overdose (un intero flacone) di sonnifero omeopatico della Boiron, ma sorprendentemente non ci siamo addormentati, nonostante il farmacista ci avesse detto che bastavano due pilloline, quattro per i casi di insonnia peggiori (e già qui la contraddizione dei principi omeopatici del "minore è la dose, più il rimedio è potente" è diventata lampante).


Abbiamo anche piegato cucchiai semplicemente sfiorandoli, esattamente come fanno alcuni sensitivi, ma noi abbiamo usato la scienza. Come? Venite ai prossimi incontri e lo scoprirete, come hanno fatto i presenti.


Scienza divertente, senz'altro, ma nel presentare i metodi e le proposte d'indagine e di collaborazione scientifica del CICAP Ticino non abbiamo dimenticato i guai gravi che possono derivare dall'uso scorretto dei rimedi alternativi, citando il terribile caso di Clara Palomba, morta di diabete perché i genitori le tolsero l'insulina su consiglio di una "curatrice" alternativa.


Le domande del pubblico sono state tantissime, tant'è vero che abbiamo sforato rispetto all'orario di chiusura previsto dell'incontro e il rinfresco è sostanzialmente saltato (e di questo ci scusiamo). Ci sono stati interventi di persone che hanno vissuto eventi apparentemente paranormali che hanno offerto lo spunto per chiarire che il CICAP Ticino non ha le risposte per tutto, ma può proporre un metodo per escludere i fenomeni che hanno un'origine normale ma insolita. E magari scoprire qualcosa di nuovo e reale mentre smaschera ciarlatani e venditori di fumo.


Per la Giornata Anti-Superstizione abbiamo addobbato la saletta con ombrelli aperti, versato del sale, fatto passare i presenti sotto una scala e rotto uno specchio (la martellatrice è mia figlia Lisa). Non è successo nulla, nonostante fosse appunto venerdì 17.



Altre foto del debutto sono su Flickr grazie a Ines Bee.

Bene! Questo è stato il debutto: adesso si comincia a lavorare e investigare sulle segnalazioni locali, dall'ufologia al paranormale passando per i cospirazionismi e le angosce da catastrofi annunciate (2012 e simili). Chi volesse saperne di più o iscriversi al CICAP Ticino può farlo contattandoci via mail a ticino@cicap.org.

2010/09/17

Occhio alla falla critica di Flash, Acrobat e Reader (UPD 20100921)

Vulnerabilità "estremamente critica" in Flash per Windows, Mac, Linux, Solaris e Android


Un altro giorno, un altro buco. Stavolta bello grosso. Adobe, la società di software che produce il popolarissimo Flash che sta alla base della visualizzazione di tanti video e giochi su Internet, ha pubblicato un avviso di sicurezza che segnala una "vulnerabilità critica" (la società di sicurezza Secunia la definisce "estremamente critica") in Flash Player 10.1.82.76 per Windows, Mac, Linux, Solaris e in Flash Player 10.1.92.0 per Android.

La falla interessa anche Adobe Acrobat e Adobe Reader versione 9.3.4 per Windows, Mac e Unix e alcune versioni precedenti, perché questi programmi di gestione e lettura dei documenti PDF supportano i contenuti in formato Flash all'interno dei documenti.

Le conseguenze di questa vulnerabilità sono serie: un aggressore può prendere il controllo del vostro computer ed eseguirvi codice ostile. Adobe dice che i malfattori della Rete stanno già sfruttando la falla in Flash Player per le loro incursioni.

Il rattoppo per Flash Player sarà pronto entro "la settimana che include il 27 settembre", per dirla con Adobe, e quello per Acrobat e Reader arriverà entro la settimana successiva. Nel frattempo è opportuno fare attenzione ai siti visitati e utilizzare programmi alternativi per la visualizzazione dei documenti PDF.

Ma come mai i prodotti di Adobe sono così presi di mira? Come spiega Graham Cluley, della società di sicurezza Sophos, è la vastissima adozione dei suoi prodotti da parte di milioni di utenti in tutto il mondo a renderli un bersaglio altamente appetibile per i criminali informatici. Io ci aggiungerei anche un pizzico di imprudenza da parte di Adobe nel regalare troppe funzioni al proprio software, ma questa è un'altra storia.


2010/09/21


L'aggiornamento per Flash Player che risolve la falla è disponibile: le istruzioni su come installarlo sono fornite qui da Adobe. Se correttamente installato, l'aggiornamento porta Flash Player alla versione 10.1.85.3 (Windows, Mac, Linux e Solaris) e alla versione 10.1.95.1 per Android. Per sapere che versione di Flash avete installato, potete cliccare qui. Chi ha un cellulare Android può scaricare l'aggiornamento dall'Android Marketplace.

Diaspora, l’anti-Facebook

Diaspora, debutta il Facebook fai da te


È disponibile per lo scaricamento e la sperimentazione da parte di chiunque voglia partecipare al suo sviluppo la versione pre-alpha di Diaspora, un progetto mirato a realizzare un'alternativa libera a Facebook che salvaguardi maggiormente la privacy degli utenti dando loro un vero controllo sui propri dati.

Diaspora è open source: il suo codice di programmazione è liberamente esaminabile e modificabile da chiunque. È nato alcuni mesi fa dall'idea di quattro studenti statunitensi, concepita  mentre Facebook era oggetto di critiche molto vivaci per la sua gestione macchinosa e disinvolta delle impostazioni di privacy dei suoi 500 milioni di utenti. Gli studenti hanno chiesto alla comunità degli internauti un finanziamento per sviluppare il progetto e tramite il sito apposito Kickstarter hanno raccolto oltre 200.000 dollari che hanno permesso loro di dedicarsi interamente a Diaspora.

Secondo Maxwell Salzberg, uno dei cofondatori di Diaspora, il cui sito di riferimento è Joindiaspora.com, questo nuovo social network sarà una "rete distribuita in cui computer completamente separati si collegheranno direttamente fra loro e permetteranno a noi di connetterci senza cedere la nostra privacy". Funzionerà così: ciascun utente potrà configurare un nodo della rete di Diaspora, denominato "seme", un mini-server Web sul proprio computer domestico o su un computer dedicato. Questo "seme" raccoglierà i dati dell'utente pubblicati su Facebook, Twitter e altri siti e comunicherà con i "semi" degli altri utenti, condividendo questi dati secondo le impostazioni di privacy decise da ciascun utente e utilizzando una connessione diretta e cifrata, senza dipendere da computer centrali, in modo da garantire all'utente il massimo controllo. Un'impostazione simile a quella di alcune reti peer-to-peer.

I servizi previsti saranno simili a quelli di Facebook: creazione di un circolo di "amici", condivisione di fotografie, video e file, chat istantanea, telefonate via Internet, "tagging" delle fotografie, ma a differenza di Facebook, i dati non verranno depositati presso i computer centrali di un'azienda dove possono essere analizzati e utilizzati per quello che il professore di legge Eben Moglen della Columbia University ha definito "spionaggio gratuito". Con Diaspora questo "spionaggio" non sarà possibile perché i dati degli utenti non verranno centralizzati.

È importante ribadire che Diaspora non è pronto per essere scaricato e utilizzato dall'utente comune, ma è interessante leggere cosa è stato realizzato fin qui e vederne le prime schermate (che hanno un'aria rassicurantemente familiare) per capirne l'impostazione e cominciare a pensare seriamente a quanto teniamo ad avere il controllo della nostra vita sociale su Internet.

Preferiremo affidarci a un'azienda che utilizzerà i nostri dati per motivi commerciali e offre un bacino di utenti immenso oppure a un progetto che si regge sulla trasparenza e il rispetto della privacy ma ha davanti a sé una strada tutta in salita, spianata solo dal fascino indiscutibile di vedere Davide sfidare Golia? I prossimi mesi si preannunciano interessanti, specialmente per tutte le società e i singoli che in Facebook hanno investito risorse per farsi conoscere. E se avessero aperto una vetrina in un centro commerciale dove non andrà più nessuno? Staremo a vedere. Facebook, invece, sicuramente non starà a guardare.

Fonti: Gizmodo, Slashdot, BBC, Ars Technica.

Federica, Giorgia e la grigliata da ictus

Come riconoscere per tempo un ictus. O un infarto, tanto è lo stesso


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "mcterz" e "maxfyx". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2010/10/20.

È tornato un appello classico, che come si confà a un classico si ripresenta riconfezionato e alterato quanto basta per riprendere nuova vita: la storia di Federica e la grigliata maledetta con i suoi amici incapaci di riconoscere i segni dell'ictus che la colpisce, con tanto di certificazione (apparente) del TG1.

Oggetto: I: alt / ne ha parlato anche il TG1 non fermatela.

Credo sia una cosa molto utile a tutti...

Leggetela con attenzione.

*********************************************
Come riconoscere un'ictus cerebrale...

Durante una grigliata Federica cade.
Qualcuno vuole chiamare l'ambulanza ma Federica rialzandosi dice di essere inciampata con le scarpe nuove.
Siccome era pallida e tremante la aiutammo a rialzarsi.
Federica trascorse il resto della serata serena ed in allegria.
Il marito di Federica mi telefonò la sera stessa dicendomi che aveva sua moglie in ospedale.
Verso le 23.00 mi richiama e mi dice che Federica è deceduta.

Federica ha avuto un'ictus cerebrale durante la grigliata.
Se gli amici avessero saputo riconoscere i segni di un 'ictus, Federica sarebbe ancora viva.

La maggior parte delle persone non muoiono immediatamente.
Basta 1 minuto per leggere il seguito:

Un neurologo sostiene che se si riesce ad intervenire entro tre ore dall'attacco si può facilmente porvi rimedio.
Il trucco è riconoscere per tempo l'ictus!!!
Riuscire a diagnosticarlo e portare il paziente entro tre ore in terapia.
Cosa che non è facile.

Nei prossimi 4 punti vi è il segreto per riconoscere se qualcuno ha avuto un'ictus cerebrale:

* Chiedete alla persona di sorridere (non ce la farà);

* Chiedete alla persona di pronunciare una frase completa (esempio: oggi è una bella giornata) e non ce la farà;

* Chiedete alla persona di alzare le braccia (non ce la farà o ci riuscirà solo parzialmente);

* Chiedete alla persona di mostrarvi la lingua (se la lingua è gonfia o la muove solo lateralmente è un segno di allarme).

Nel caso si verifichino uno o più dei sovra citati punti chiamate immediatamente il pronto soccorso.
Descrivete i sintomi della persona per telefono.

Un medico sostiene che se mandate questa è- mail ad almeno 10 persone, si può essere certi che avremmo salvato la vita di Federica, ed eventualmente anche la nostra.

Quotidianamente mandiamo tanta spazzatura per il Globo, usiamo i collegamenti per essere d'aiuto a noi ed agli altri.

Sei d'accordo?

Chi segue il Disinformatico da tempo ricorderà che l'ultima volta che Federica era andata a una grigliata era morta d'infarto, non di ictus, ed era successo nel 2007. Per cui l'istinto di classificare questa storia come bufala è molto forte, ma sarebbe un errore.

Infatti la storia di Federica è probabilmente inventata (nell'appello originale Federica si chiamava Ingrid), ma le istruzioni proposte dall'appello stavolta sono quasi sensate, perché descrivono i tre passi della Cincinnati Prehospital Stroke Scale: un sistema di valutazione usato dai soccorritori esperti per decidere dove ricoverare i pazienti e quali procedure avviare subito ma applicabile con successo anche dalle persone non addestrate: a patto di usare il sistema vero, non quello citato nel messaggio.

È giusta la richiesta di sorridere, perché serve a rivelare eventuali sorrisi asimmetrici o parziali, che possono essere sintomo di paralisi. La richiesta di alzare le braccia è corretta solo in parte, perché il CPSS considera non solo l'alzata delle braccia, ma anche il loro mantenimento in posizione quando il soggetto ha gli occhi chiusi.

È corretto anche chiedere di dire una frase: serve per evidenziare eventuali problemi improvvisi di articolazione delle parole o dei pensieri.  Ma la faccenda di mostrare la lingua non c'entra nulla: non fa parte del CPSS.

Anche il tempo di tre ore indicato nell'appello è valido, perché i farmaci possono limitare gli effetti debilitanti di un ictus appunto entro questo periodo di tempo dall'evento.

Resta comunque valido ancora di più il consiglio di chiamare immediatamente i soccorsi, anche perché se avete motivo di sospettare che qualcuno abbia avuto un ictus non è il caso di perdere tempo con verifiche fatte da mani non esperte. Più in generale, non è opportuno affidare la propria salute e quella altrui a un e-mail di dubbia provenienza; è molto più saggio informarsi presso le persone realmente competenti.


Aggiornamento (2010/10/20). Una variante di quest'appello circola con il nome "Giorgia" al posto di "Federica".

2010/09/16

Power Balance sbufalato a Le Iene

Che male fa l'antiscienza? Fa fare la figura dei fessi a chi ha comprato il Power Balance


Il programma Le Iene si è occupato del braccialetto che promette equilibrio e altre migliorie fisiche. Se davvero ha queste caratteristiche miracolose frutto di incredibili tecnologie olografiche, come mai funziona anche quello tarocco e persino quello fabbricato senza ologrammi dalle Iene?

Ne vedete tanti in giro? Bene: adesso sapete quanti sono e chi sono i gonzi ai quali potrete rifilare la prossima fesseria e incassare altri trenta-quaranta euro.


Aggiornamento: il video è stato rimosso da YouTube, ma è possibile visionarlo direttamente sul sito Mediaset, qui.

A questo servono la conoscenza scientifica e il metodo d'indagine razionale: a non farsi buggerare dai ciarlatani.

Ah, e se siete fra quelli che hanno comperato il Power Balance, lasciate che ve lo dica senza troppi giri di parole: siete dei fessi. Offendetevi pure: vuol dire che siete due volte fessi. La prima perché avete abboccato alla panzana del Power Balance, la seconda perché invece di ammettere di aver fatto una fesseria v'incazzate con me. La prossima volta, magari, provate a informarvi prima di comperare una patacca e ascoltate i consigli di zio Paolo.

Pagine per dispositivi mobili