2003/03/28

[IxT] #2003-027 (28/3/2003). Ancora su Amina; Pescara; Rachel Corrie

-- Antibufala: Amina Lawal, nuovo appello fasullo a metà
-- Conferenza a Pescara: registratevi!
-- Antibufala: la morte di Rachel Corrie

Antibufala: Amina Lawal, nuovo appello fasullo a metà

Sta iniziando a circolare un nuovo appello per Amina Lawal, il cui caso è già documentato dal Servizio Antibufala presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/amina_lawal.htm

ALLA FINE HANNO APPROVATO LA LAPIDAZIONE DI AMINA

Il Tribunale supremo della Nigeria ha ratificato la condanna a morte  per lapidazione di AMINA; ha solamente posticipato l'esecuzione di due mesi
per permetterle di allattare il suo bambino.

Trascorso questo termine la sotterreranno fino al collo e  l'ammazzeranno a sassate, a meno che una valanga di dissensi non riesca a dissuadere le Autorità Nigeriane.

Amnesty International chiede il tuo appoggio tramite la tua firma  nelle sue pagine web.

Mediante una campagna di firme come questa si salvò in passato un'altra donna, Safiya, nella stessa situazione. Sembra che per AMINA  abbiano ricevuto pochissime firme.

Contatta subito: http://www.amnesty.it/appelli/appellonigeria.php3

e firma per AMINA

Non pensare che non serva a niente; all'altra donna salvò la vita.

Fai circolare questo messaggio fra le persone che sai sensibili a questa orribile minaccia di morte. Fallo subito, io l'ho già fatto.

L'appello sbaglia nel dire che l'esecuzione è posticipata "di due mesi per permetterle di allattare il suo bambino": il motivo è ben diverso. Come documentato presso

http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/africa/2884283.stm

l'appello legale di Amina è stato rinviato a dopo le elezioni nigeriane di maggio (l'allattamento non c'entra).

E l'esecuzione non è affatto automatica come dice l'appello. Secondo la BBC, infatti, se a giugno 2003 l'appello legale di Amina non ha successo, può ancora ricorrere all'Alta Corte della capitale Abuja e poi alla Corte Suprema federale.

E' invece esatto il riferimento alla pagina di Amnesty International (altre varianti dell'appello rimandano a pagine di Amnesty in altre lingue). Tuttavia è errata la frase "Sembra che per AMINA  abbiano ricevuto pochissime firme", dato che l'ultima volta che ho controllato (28 marzo 2003) le "firme" erano oltre 392.000 sul sito italiano e ben  3.708.423 presso http://www.amnistiaporsafiya.org.

Conferenza a Pescara: registratevi!

Nella newsletter precedente ho accennato alla mia apparizione mistica, prevista a Pescara per il 12 aprile. Ho dimenticato di dirvi che se vi interessa partecipare al Meeting 2003 sul software libero dovete preregistrarvi presso

http://www.barbaroweb.com/meeting2003

Antibufala: la morte di Rachel Corrie

Circola nell'Internet italiana una presentazione PowerPoint in italiano, secondo la quale che racconta che "Pochi giorni fa a Gaza, ha perso la vita una giovane pacifista, Rachel Corrie di soli 23 anni." Si era recata in Israele dove "partecipava ad azioni, per bloccare le ruspe israeliane, che cercavano di abbattere le case dei kamikaze e dei loro parenti, nei territori palestinesi."

Secondo l'appello, che cito riassuntivamente, "Il 15 Marzo in un’azione a Rafah nella striscia di Gaza, Rachel era con i suoi amici per cercare di opporsi alle demolizioni. 'Era seduta sulla traiettoria del Bulldozer, il conducente l’ha vista, ha proseguito e le è passato sopra' ha dichiarato Joseph Smith, militante pacifista americano...'la ruspa le ha versato sopra la terra e poi si è messa a schiacciarla' ha aggiunto Nicholas Dure, un’altro suo compagno."

La descrizione è accompagnata da alcune fotografie impressionanti che documentano l'accaduto. "I compagni hanno cercato in tutti i modi prima di fermare la ruspa,  e poi di prestare i soccorsi, ma non c’è stato niente da fare...Le autorità israeliane hanno dato diverse versioni dell’accaduto tutte smentite dalle documentazioni fotografiche e dai testimoni. La giovane è stata uccisa a sangue freddo in modo barbaro, mentre si interponeva in modo pacifico."

"Questa presentazione" prosegue l'appello "vuole essere una testimonianza per non dimenticare Rachel, una giovane pacifista, che con il suo coraggio voleva fermare le ingiustizie che ogni giorno si verificano in Palestina. In questi giorni e in questi mesi si sta muovendo contro la guerra,  il più grande movimento pacifista che la storia abbia mai conosciuto, Rachel Corrie è sicuramente un simbolo di questo movimento ed è stata uccisa dalla logica assurda e brutale della guerra che tutti noi pacifisti cerchiamo di fermare. Ti chiedo di far circolare questa presentazione per far conoscere il caso di questa giovane ragazza, un po’ della sua storia e del suo impegno."

L'appello è "firmato" nell'ultima schermata da "Stefano Costa (Verdi Milano) - xawcos@tin.it".

Vorrei tanto potervi dire che è una bufala, ma purtroppo non posso. La notizia della morte di Rachel Corrie è stata riportata da numerosissimi siti di informazione, come CNN (http://www.cnn.com/2003/WORLD/meast/03/16/rafah.death/index.html), BBC (http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/middle_east/2855263.stm) e Rainews24 (http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=34059).

Vi sono tuttavia varie versioni degli eventi, che lasciano il dubbio che il conducente della ruspa non si sia accorto della presenza della ragazza. Le foto presentate in sequenza nell'appello e presso vari siti (compresa CNN) sono infatti ingannevoli: fra l'immagine in cui Rachel è mostrata in piedi, con un megafono in mano e chiaramente visibile al conducente, e la foto in cui la si vede riversa a terra, soccorsa dai suoi compagni, è trascorsa almeno un'ora.

Infatti secondo le testimonianze dei suoi stessi compagni, in particolare quella di Joseph Smith (http://electronicintifada.net/v2/article1284.shtml), la prima foto è stata scattata fra le 14 e le 15 del 16 marzo (non 15 marzo come indicato nell'appello), ma il bulldozer ha travolto Rachel fra le 16:45 e le 17, quando "Rachel si è seduta lungo la traiettoria del bulldozer" e non aveva un megafono con il quale farsi sentire:

Essersi seduta può averla portata fuori dal campo visivo del conducente. Tuttavia Smith precisa che era seduta "almeno 15 metri più avanti del bulldozer", per cui se la stima della distanza è esatta è presumibile che il conducente potesse vederla, e secondo Smith a un certo punto Rachel era addirittura sopra il mucchio di terra spinto dal bulldozer e ben visibile ai due operatori del bulldozer.

Rachel è stata travolta dal mezzo cingolato, che poi ha fatto retromarcia passandole sopra, ed è morta in ospedale poche ore più tardi.

Le foto presentate non possono dunque essere usate come prova inequivocabile dell'esatta sequenza degli eventi, proprio perché fra un'immagine e l'altra c'è tutta questa sequenza di eventi non documentata (la cui versione completa è riportata nell'indagine antibufala, disponibile presso http://www.attivissimo.net/antibufala/rachel_corrie.htm. Di conseguenza, può essersi trattato di un tragico incidente in cui gli operatori della ruspa non hanno visto Rachel, oppure l'hanno vista troppo tardi e hanno commesso manovre sbagliate dettate dal panico, oppure di un omicidio volontario. Solo quegli operatori lo sanno per certo.

Ci sono molte altre considerazioni che andrebbero fatte di fronte alla morte di una ragazza in circostanze come queste, ma sono considerazioni personali che esulano dal mio compito di riferire sulle mie piccole indagini, quindi le tengo per me.

Tramite Mirella De Paris, della Radio della Svizzera Italiana, il 27/3/2003 ho ricevuto da Stefano Costa questa conferma del suo ruolo di autore, che contiene alcune correzioni e precisazioni:

"Io ho semplicemente ricostruito in una presentazione di power point l'accaduto, volevo non passasse quasi nel silenzio un episodio così grave, che mi aveva molto scosso, mentre le mie forze erano tutte rivolte ad organizzare iniziative contro la guerra in Irak. Ho letto di quanto accaduto su internet, il 16 forse su repubblica.it o il nuovo.it. Le fonti di questo lavoro sono state delle agenzie stampa su internet, le foto fatte dai compagni di Rachel erano pubblicate sul sito del Corriere ma le ho riviste in questi giorni in altri siti, se vuoi trovare materiale lo trovi attraverso qualsiasi motore di ricerca scrivendo il nome di Rachel Corrie."

Stefano, il cui indirizzo di e-mail riportato nella presentazione è esatto, riferisce di aver diffuso anche una versione corretta della presentazione PowerPoint: "la data in cui è accaduto il triste episodio è il 16 marzo e non il 15, come da me descritto, avevo letto la prima agenzia il 16 e pensavo si riferisse al giorno prima. Poi nell'ultima dia ho tolto il riferimento al mio partito i Verdi dove sono responsabile a Milano. Perchè l'episodio non vorrei fosse letto come una strumentalizzazione politica."

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/03/27

[IxT] #2003-026 (27/3/2003). Arriva la primavera, tempo di pulizie

Ecco fatto. Ho appena finito di migrare tutti gli ex-iscritti alla newsletter da Yahoo a Domeus.it. Bilancio delle perdite: circa 1200 iscritti. Grazie Yahoo, grazie Libero.

Dopo il terremoto, aspettatevi delle scosse di assestamento. Sta succedendo un po' di tutto: molti di voi avranno ricevuto più di un invito, oppure riceveranno più di una copia della newsletter, oppure ricevono la newsletter e anche l'invito a iscriversi... un casino, insomma.

Ora che ho finito il grosso della migrazione (che, ricordo, è ancora _sperimentale_), posso cominciare il lavoro di fino. Se mi date una mano, facciamo prima e io mi posso rimettere all'opera.

-- Se ricevete l'invito ma ricevete anche questo messaggio, non dovete fare nulla: ignorate il nuovo invito.

-- Se ricevete questo messaggio, la vostra iscrizione è a posto.

-- Se ricevete più di una copia di questo messaggio presso più di un indirizzo, mandate la dis-iscrizione dagli indirizzi dove NON volete ricevere la newsletter. La dis-iscrizione consiste in un messaggio vuoto indirizzato a internetpertutti-unsubscribe@domeus.it.

-- Ricordate che l'invito è solo UN INVITO. Non siete iscritti automaticamente. Per iscrivervi, dovete confermare l'invito seguendo le istruzioni riportate nell'invito medesimo.

-- Se tutto questo vi ha mandato in crisi e non sapete come districarvi, siete in buona compagnia. Scrivetemi e risolveremo insieme il problema.

Ci vediamo a Pescara: aggiornamento

Come forse già sapete, sabato 12 aprile sono a Pescara per l'intera giornata, a un incontro pubblico gratuito sul software libero organizzato dalla Provincia di Pescara. C'è molta gente tosta che farà varie presentazioni e hanno pensato, questi scellerati, di affidare a me la moderazione... Dovrebbe essere una cosa interessante. Trovate i dettagli presso

http://www.barbaroweb.com/meeting2003

(che è un indirizzo diverso da quello citato in una newsletter precedente).

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

[IxT] #2003-025 (27/3/2003). Le erbe cattive son dure a morire

Pensavate di esservi sbarazzati di me? Non ancora. Sto tentando di far proseguire la newsletter tramite un nuovo fornitore, Domeus.it. Se leggete questo messaggio, vuol dire che siete già iscritti presso il nuovo fornitore e che tutto procede bene.

Devo però precisare che per ora il servizio va considerato sperimentale e in caso di problemi non escludo di fare una ulteriore migrazione. Così è la vita.

Alcuni lettori, quando hanno saputo che avevo scelto Domeus.it (su consiglio di altri lettori), mi hanno avvisato del pericolo di spam. Stando a quanto mi hanno detto, non appena si sono iscritti a Domeus.it sono stati bersagliati da e-mail pubblicitari.

Io sono utente Domeus.it (come semplice iscritto, non come moderatore) da diversi mesi, e non mi pare di aver ricevuto spam da loro (ma potrei sbagliarmi, vista la quantità che ricevo e puntualmente cancello). Comunque vi chiedo di tenere d'occhio la situazione e avvisarmi se ci sono problemi.

Ormai i tre quarti degli iscritti che risiedevano presso Yahoo è migrata a Domeus, per cui la situazione della newsletter è quasi tornata alla normalità. Per ringraziarvi della rapidità della reiscrizione e dei tanti messaggi di incoraggiamento, vi faccio tre anteprime sulle bufale di cui mi sto occupando in questi giorni.

La "rotonda magica": circola una foto di una rotatoria stradale incredibilmente complicata, al punto che sembra un vortice impazzito di automobili. Non è un fotomontaggio: la "rotonda magica" esiste, ed è in Inghilterra.

Saddam e Rumsfeld fotografati insieme: ebbene sì, vent'anni fa Saddam Hussein e Donald Rumsfeld erano amiconi. La cosa può sembrare strana, ma in realtà fa parte del normale gioco della cosiddetta diplomazia: l'amico di oggi è il nemico di ieri, e il nemico di oggi è l'amico di ieri. Sessant'anni fa i tedeschi erano nemici, ora a Riccione il tedesco è la seconda lingua grazie ai turisti. Putin e Bush si telefonano e si fanno i complimenti più spesso di due fidanzatini, ma fino a poco tempo fa si puntavano a vicenda i missili nucleari. Così gira il mondo.

La pacifista Rachel schiacciata dalle ruspe israeliane. Purtroppo l'episodio è autentico: la ragazza è effettivamente morta in questo tragico modo. L'unica incognita è se si sia trattato di un omicidio intenzionale o se il ruspista semplicemente non si è accorto che c'era ancora qualcuno sdraiato davanti al veicolo. Maggiori dettagli man mano che si sviluppa l'indagine.

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/03/26

[IxT] #2003-024 (26/3/2003). La newsletter chiude, ma non muore

Mi sono rotto. Scusatemi, ma il disastro combinato da Yahoo e Libero è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Già in passato Yahoo mi aveva fatto perdere ore per un altro suo pasticcio, e sinceramente sono stanco di dedicare week-end interi a rappezzare le porcherie altrui.

Le reiscrizioni che vi avevo suggerito di fare sono in buona parte fallite, segno che i problemi di Yahoo non sono affatto risolti come mi si segnalava da più parti. Inoltre molti lettori mi segnalano che la mia newsletter è classificata come spam dai filtri troppo restrittivi e stupidi impostati dai loro provider o dal software antispam residente sui loro PC.

A questo punto ho ancora 1300 utenti dispersi, molti dei quali sono irraggiungibili perché i miei messaggi, anche se spediti a mano da un normale account, tornano indietro respinti come spam. Ho la casella piena di messaggi di utenti che non sanno cosa fare per riprendere a ricevere la newsletter o che mi chiedono di cambiare manualmente l'indirizzo a cui spedire la newsletter per aggirare il problema di Yahoo. Mi ci vorranno settimane per rispondere a tutti.

In altre parole, la newsletter è cresciuta al punto da essere diventata ingestibile con le mie misere forze. Per cui taglio la testa al toro e chiudo la newsletter.

Ho pertanto disattivato definitivamente il gruppo Yahoo "Internetpertutti".

Niente panico! La newsletter continuerà ad essere pubblicata sul Web presso il mio sito (http://www.attivissimo.net), nel forum RAI (http://www.internetpertutti.rai.it) e presso vari siti, come ZeusNews.it, con i quali collaboro da tempo. Per cui basta che teniate d'occhio questi siti per sapere quando ci sono mie novità. Gli articoli per Apogeonline.com (http://www.apogeonline.com) proseguiranno con regolare cadenza settimanale.

Se preferite essere avvisati via e-mail quando esce un numero della mia newsletter, iscrivetevi al notiziario di ZeusNews.it: è gratis. Riceverete un sunto dei vari articoli pubblicati dal sito, fra i quali troverete i miei. In parole povere, la mia newsletter diventa parte integrante di ZeusNews, così i problemi di gestione se li beccano loro ;-)

Spero in questo modo di dedicare più tempo a scrivere qualcosa che vi piaccia leggere e perdere molto meno tempo nella gestione della newsletter.

Il Servizio Antibufala continuerà a essere pubblicato sul mio sito http://www.attivissimo.net e io continuerò ad ampliarlo con le vostre segnalazioni, e resterò a vostra disposizione al solito indirizzo topone@pobox.com.

Grazie a tutti della pazienza e della collaborazione dimostrate fin qui.

Questo è l'ultimo messaggio che vi mando direttamente. Non riceverete altri promemoria! A presto!

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

[IxT] #2003-023 (26/3/2003). Problemi Yahoo/Libero-IOL-Wind risolti?

Come forse sapete, nei giorni scorsi c'è stato un gran pasticcio fra Yahoo e Libero/IOL/Wind/Blu, per cui gli utenti di questi ultimi quattro provider non potevano ricevere messaggi dalle mailing list gestite tramite Yahoo, compresa quella che state leggendo.

Il problema dovrebbe essere stato risolto poche ore fa:, e ha a che fare con lo spam (Yahoo è finito in una cosiddetta "blacklist" o "lista nera"). Di certo non si tratta di attentati alla libertà, tentativi di censura o altro dovuto alla guerra in Iraq. Tutta la situazione è spiegata presso Punto Informatico:

http://punto-informatico.it/pi.asp?i=43526

e in un mio articolo per Apogeonline:

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/03/25/01/200303250101

Ora, stando alle segnalazioni, il pasticcio è risolto e la posta da/per Libero/IOL/Wind/Blu ha ricominciato a funzionare. Si può cominciare a fare la conta dei feriti e dei dispersi, e qui mi serve la vostra paziente collaborazione (per la quale ringrazio tutti coloro che mi hanno mandato segnalazioni e suggerimenti preziosi).

Il risultato finale della crisi Yahoo/Libero è che millecinquecento di voi, praticamente tutti quelli che hanno Libero/IOL/Wind/Blu come indirizzo di posta, sono dati per dispersi: non ricevono più questa newsletter, o se la ricevono, non è tramite Yahoo, ma tramite uno dei sistemi di emergenza che ho usato in questi giorni.

Per risolvere il problema, ho rimosso dalla lista di Yahoo tutti gli utenti che risultavano "in sospeso" e ho mandato loro a manina (con il mio normale programma di posta, a blocchi di cento per volta) un avviso che spiegava la situazione, chiedendo loro di reiscriversi. Se avete ricevuto quell'avviso e non vi siete reiscritti, fatelo. Fatelo anche se leggete questo messaggio, se non l'avete ricevuto tramite Yahoo (come potete verificare guardando l'inizio del messaggio).

Nel frattempo ho dis-iscritto dal gruppo Yahoo gli stessi utenti. Praticamente, li ho espulsi e poi ho chiesto loro di reiscriversi se sono interessati. Questo ha anche il vantaggio di fare un po' di pulizia degli indirizzi obsoleti o inutilizzati..

Se temete di aver perso qualche numero della newsletter, l'archivio completo delle newsletter è presso http://www.attivissimo.net.

Per il momento la mia newsletter va avanti in parte con tecniche di emergenza, per cui qualche disservizio è inevitabile. In particolare:

-- nella speranza di contenere i danni, ho reintrodotto la numerazione progressiva dei messaggi, così sapete se per caso ne perdete qualcuno.

-- è possibile che riceviate i messaggi due volte. Per il momento non avvisatemi: lasciate passare qualche giorno, poi se il problema persiste ditemelo.

Antibufala: Dario Fo e la telefonica etica

Ho preparato una rapida indagine antibufala su una catena di sant'Antonio che vede coinvolti Dario Fo e Franca Rame: è autentica, e ho delle informazioni che possono chiarire alcuni dubbi degli scettici. Ormai le bufale dilagano, e quindi talvolta si dubita anche delle iniziative autentiche. L'indagine è presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/fo_rame_tv.htm

Antibufala:  domande sull'Iraq

Sta circolando un appello composto da una serie di 48 o 49 domande e risposte sugli USA e il conflitto con l'Iraq, che rivela alcuni dati inquietanti sulla situazione. Peccato che i dati rivelati siano una miscela di informazioni veritiere e cifre inventate di sana pianta. Senza fonti, come si fa a distinguerle? Soprattutto, chi sono i "due statunitensi impegnati a livello istituzionale nel loro paese" che l'avrebbero redatta? L'indagine (non del tutto completa, visto il numero di dichiarazioni da  verificare) è qui:
 
http://www.attivissimo.net/antibufala/domande_iraq.htm

Antibufala: Amina salva, almeno per ora

Oggi, 26/3/2003, era prevista l'udienza per decidere la sorte di Amina Lawal, condannata alla lapidazione in Nigeria. Il suo caso, simile al precedente di Safiya Husseini, è oggetto di un appello che circola su Internet e che è documentato dal Servizio Antibufala, insieme al resto della vicenda, presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/amina_lawal.htm

Ora, come segnalato da un fulmineo lettore (alex.rosse***), una notizia Ansa annuncia che il processo è rinviato al 3 giugno 2003 per mancanza del numero legale dei giudici (2 su 4). La notizia è confermata dalla BBC presso

http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/africa/2884283.stm

L'appello legale di Amina è così rinviato a dopo le elezioni nigeriane di maggio. Non è stata data alcuna motivazione per l'assenza dei giudici, ma pare abbastanza ovvio che si tratti di un'assenza dettata da pressioni politiche: la sentenza, se emessa durante la campagna elettorale, avrebbe potuto scatenare le tensioni costanti fra le comunità musulmane e cristiane della Nigeria, che hanno già fatto migliaia di morti.

Tutto slitta dunque a giugno. Secondo la BBC, se a giugno l'appello legale di Amina non ha successo, può ancora ricorrere all'Alta Corte della capitale Abuja e poi alla Corte Suprema federale.

 

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2003/03/24

[IxT] #2003-022 (24/3/2003). Problemi Yahoo/Libero-IOL-Wind: cosa è successo

Come il messaggio precedente, anche questo vi arriva scavalcando Yahoo Groups, che è inservibile per gli iscritti che sono utenti Libero, IOL, Inwind e Blu.

Mi raccomando, niente panico: non è in atto alcun complotto liberticida, come alcuni hanno insinuato. Semplicemente, Yahoo è finita nella lista nera perchè è l'origine di troppi messaggi di spam, per cui Libero si rifiuta di ricevere tutti i messaggi provenienti da Yahoo.

Oggi o domani esce su Apogeonline un mio articolo sul problema con tutti i dettagli: consiglio per il momento di aspettare senza fare drastiche rivoluzioni, la cosa potrebbeo sbloccarsi presto. Libero è già abbondantemente al corrente del pasticcio, di cui non è l'unica responsabile.

Per il momento ne parla già Punto Informatico:

http://punto-informatico.it/pi.asp?i=43526

Il problema è circoscritto, si fa per dire, ai gruppi (newsletter e mailing list) di Yahoo. A differenza di quello che dicevo nel messaggio precedente, gli utenti che hanno un indirizzo yahoo.com sembrano essere in grado di scambiare messaggi con quelli di Libero eccetera.

Per il momento la mia newsletter va avanti con tecniche di emergenza, per cui qualche disservizio è inevitabile. Nella speranza di contenere i danni, ho reintrodotto la numerazione progressiva dei messaggi, così sapete se per caso ne perdete qualcuno. In ogni caso, l'archivio completo delle newsletter è presso http://www.attivissimo.net.

Grazie a tutti delle informazioni preziose che mi avete mandato.

Ciao da Paolo.

 

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2003/03/23

[IxT] #2003-021 (23/3/2003). Problemi Yahoo/Libero-IOL-Wind

**** Messaggio di (dis)servizio *****

Scusatemi se questo messaggio vi è già arrivato.

Se vi state chiedendo come mai non ricevete più la newsletter "Internet per tutti" e le novità del Servizio Antibufala e il vostro indirizzo di posta è su Libero/IOL/Inwind, il motivo è che Yahoo, tramite il quale gestisco la newsletter, è stata oscurata (blacklisted) da Libero/IOL/Inwind.

A quanto mi risulta, tutte le newsletter e i gruppi Yahoo hanno lo stesso problema: tutte sono diventate improvvisamente inaccessibili agli utenti Libero/IOL/Inwind.

Gli utenti che hanno un indirizzo di posta che finisce per @yahoo.com, inoltre, pare non possano più inviare posta a utenti di questi tre provider.

Ogni vostra conferma/smentita è preziosa: scrivetemi a topone@pobox.com.

Insieme a molti altri gestori di gruppi e newsletter Yahoo, mi sto adoperando per indurre Libero/IOL/Inwind a riconsiderare la loro decisione.

Nel frattempo vi sto mandando questo messaggio con un software di emergenza, per cui scusatemi se ricevete duplicati.

Appena ho novità, vi aggiorno.

Ciao da Paolo.

 

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2003/03/20

[IxT] #2003-020 (20/3/2003). Candele e satelliti; XP rimborsato; ci vediamo a Pescara?

Antibufala: ancora su candele e satelliti

Alcuni lettori, dopo la mia prima indagine sull'appello "accendi le luci stasera che il satellite ti vede" (http://www.attivissimo.net/antibufala/candela_satellite.htm), mi hanno chiesto chiarimenti sull'iniziativa promossa dal sito MoveOn.org (http://www.moveon.org/vigil/), che ha promosso una fiaccolata simbolica per il 16 marzo 2003 in vari paesi del mondo (le fiaccolate organizzate in Italia sono elencate sul sito presso http://www.moveon.org/vigil/selectmtg.html?event_group_id=5&country=Italy&zip=&id=&distance=10&sort_type=size).

A prima vista sembra un'iniziativa uguale a quella promossa dall'appello-bufala, ma come capita spesso in questi casi, la bufala distorce e confonde la realtà, travolgendo chi invece promuove iniziative sensate. MoveOn.org organizza delle fiaccolate per la pace, anziché invitare pigramente ad accendere le luci come fa l'appello-bufala. MoveOn.org, inoltre, non ha lo scopo di farsi fotografare da un imprecisato satellite, ma semplicemente quello di raccogliere le persone in luoghi pubblici per una manifestazione pacifica che invochi appunto la pace.

Soprattutto, l'iniziativa di MoveOn.org indica chiaramente una data (il 16 marzo 2003, ma sono previste altre date), ed è supportata da un sito dal quale si possono avere gli aggiornamenti della situazione. Questo è un comportamento responsabile, lontano anni luce dal semplice e scriteriato passaparola delle catene di sant'Antonio.

Rimborsati 275 euro per Windows XP indesiderato

Un lettore, che mi ha chiesto di essere identificato soltanto come "Ferdinando", ha ottenuto uno sconto di ben 275 euro per aver chiesto di far valere la clausola di rimborso presente nella licenza del Windows XP preinstallato che Toshiba gli imponeva di acquistare insieme al portatile. Il rimborso di Windows, dunque, si può fare anche con XP, e il risparmio è davvero notevole, anche se non è facile ottenerlo.

Il lettore racconta: "...mi sono recato al negozio Vobis di Crema (CR) per ordinare un notebook Toshiba Satellite 5200-801. Al momento dell'ordine ho fatto presente che alla consegna avrei chiesto il rispetto della clausola di Windows XP Home sul rimborso, poichè intendo installare sul notebook la distribuzione linux SuSE 8.1."

"Il negoziante mi ha detto che dovevo rivolgermi alla Toshiba, ma io, scusandomi perchè gli stavo incasinando la vita, gli ho fatto leggere la licenza stampata da internet. A questo punto lui ha contattato la sede (?) e mi ha detto che mi avrebbe fatto sapere, scusandosi e dicendomi che sa che 'la licenza di Windows XP prevede questo, ma che è la prima volta che capita e loro non sanno come fare'. Dopo poche ore mi ha telefonato e mi ha detto che avrei avuto un rimborso di circa 50 o 120 (!!) euro, che sarebbero stati stornati al momento della fattura. Lui però avrebbe dovuto staccare il famoso bollino dal fondo del notebook, in quanto 'la microsoft gli ha detto che è il bollino a fare testo sulla validità di una licenza o meno'."

L'agguerritissimo Ferdinando non ha tentennato. "Io mi sono opposto, dicendo che il bollino è pensato per rimanere incollato tenacemente e al tentativo di stacco avrebbe rovinato la carrozzeria del portatile. Lui ha ribadito che è obbligato a restituire il bollino alla Microsoft per avere a sua volta il rimborso e mi ha garantito che, in caso di danni, avrebbero ulteriormente abbassato il prezzo per 'danni estetici che non pregiudicano il funzionamento', ma io avrei dovuto firmare un foglio nel quale attesto che ho ricevuto il notebook perfettamente funzionante anche se graffiato sul fondo."

Dopo un ulteriore cordiale battibecco col rivenditore sulla possibilità di farsi rimborsare anche la licenza di Works Suite 2002 (anche quello acquistato obbligatoriamente insieme al computer), il lettore ha ottenuto "un rimborso di 50 euro per Windows XP, di 25 per Works e di altri 200 perchè il bollino ha rovinato la carrozzeria del portatile."

Ferdinando loda la correttezza e disponibilità del negoziante e di Toshiba e commenta che "è difficilissimo far valere i propri diritti. Io stesso, se non avessi trovato un negoziante gentile, avrei rinunciato a combattere per mancanza di tempo e perchè ad ogni telefonata salta fuori qualche novità che cambia le carte in tavola." Si tratta, soprattutto per il negoziante, di un gradevole rispetto della legge purtroppo poco diffuso, come testimonia il lettore: "due giorni prima di rivolgermi alla Vobis di Crema mi ero rivolto alla Vobis di Cassano d'Adda (MI), chiedendo la stessa cosa. Lì mi avevano detto che Toshiba NON rimborsa Windows e, alla mia obiezione 'ma la licenza Microsoft non c'entra con Toshiba', mi hanno risposto che non è obbligatorio seguire tutte le clausole... Al che me ne sono andato, chiedendo se potevo non seguire la clausola che proibisce la duplicazione, comprare un gioco da loro e poi venderlo masterizzato davanti alla loro sede... Ma mi hanno risposto (pensa un po') di no."

Farsi rimborsare Windows XP, insomma, si può anche in Italia. Ora sapete dove. Non voglio fare pubblicità gratuita a marche e catene di negozi, ma è anche giusto che chi aiuta il consumatore nell'esercizio dei propri diritti (perché il rimborso di Windows preinstallato è un diritto) sia segnalato per la sua onestà, così come viene additato chi invece quei diritti li calpesta disinvoltamente.

L'intero dossier "storico" sul rimborso di Windows, con i nomi di bravi e cattivi, è qui:

http://www.attivissimo.net/rimborso_windows/istruzioni.htm

Conferenza a Pescara

Sabato 12 aprile 2003 sarò a Pescara per un incontro, promosso dalla Provincia di Pescara, intitolato "Software libero: un'alternativa possibile!". Oltre a fare due chiacchiere mie personali sul tema, farò anche da sadico moderatore per i vari relatori, tutta gente interessante del mondo italiano del software libero. Ci sarà una sessione di domande e risposte senza peli sulla lingua, affiancata da dimostrazioni pratiche di cosa si può davvero fare con Linux, OpenOffice.org e altro ancora.

L'incontro si tiene nella Sala dei Marmi della Provincia di Pescara, ed è gratuito e aperto a tutti. Trovate tutti i dettagli, i nomi dei relatori e la scaletta delle cose interessanti da vedere presso questo indirizzo: http://80.205.166.50/meeting2003/html/gzeko/pagine.asp?menupag=Meeting&vocepag=Programma&sottovocepag=si.

Ci vediamo?

Come si dice "bufala" in spagnolo

Ricevo da un caro amico di lunga data, Gabriele Gianini (autore del vero primo libro su Internet in Italia, "Nel Ciberspazio con Internet"), la traduzione di "bufala" in spagnolo che avevo chiesto nella newsletter precedente: è "bulo".

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/03/18

[IxT]

Antibufala del Politecnico: ormai i buoi sono scappati... fino in Spagna, oltralpe, oltremanica e a Caterpillar

La bufala dello "studio del Politecnico"

http://www.attivissimo.net/antibufala/perche_si_fa_guerra.htm

non smette di crescere ed evolversi, nonostante le ripetute rettifiche del suo malcapitato autore. Ricevo da un lettore di Madrid (josumezo) la segnalazione che la presentazione PowerPoint dello studente del Politecnico "è stata tradotta da qualche volontario senza nome (totalmente all'oscuro, suppongo, del pasticcio causato dal file in Italia) e ora sta facendo il giro dell'Internet spagnola (ne ho ricevute tre copie nell'arco della scorsa settimana). Un ulteriore esempio della confusione e disinformazione che può produrre una persona agendo innocentemente. Sicuramente ora migliaia di persone in Spagna lo stanno leggendo e ci credono." Lo stesso lettore ha poi scovato anche una traduzione francese della presentazione.

Ketty, di Emergency.it, mi segnala che la presentazione circola ora anche in inglese assai maccheronico: i "retroscena" dell'attacco diventano "backstages", per esempio, e gli svarioni di sintassi non si contano. L'anonimo traduttore non si sofferma neppure a chiedersi il senso di frasi come "the 7 sisters (Shell, Tamoil, Esso)": se sono sette, perché ce ne sono indicate solo tre? Mi ricorda tanto quel film che grazie a un traduttore più improvvisato della media conteneva la perla "Ti dico solo tre parole: ti amo". Insomma, perlomeno questa versione ha il pregio di essere divertente per le sue castronerie linguistiche.

Fa piacere, comunque, che se ne parli in giro per segnalarne l'inesattezza e per ribadire che l'autore non desidera più che circoli e ha pubblicato una rettifica. Se ne è parlato, per esempio, a Caterpillar (radio Rai) del 18/3/2003, di cui ho avuto il piacere di essere ospite telefonico. Speriamo che serva a qualcosa.

Insomma, come Frankenstein il file ha preso inarrestabilmente vita propria, e non c'è nulla che il suo creatore possa fare per riprenderne il controllo. Chissà se questo pasticcio servirà da monito ad altri aspiranti propagatori di appelli via Internet. Dubito seriamente. A proposito, qualcuno sa come si dice "bufala" in spagnolo?

Antibufala: accendi la candela, che il satellite ti vede

Di questo appello, circolante almeno dal 14 marzo 2003 anche sotto forma di SMS, esistono numerose varianti, tutte accomunate dall'idea di accendere collettivamente tante fonti luminose di notte in modo che lo spettacolo sia immortalato da un'immagine satellitare.

Una, per esempio, dice laconicamente "PEACE IN ACTION - Stasera dalle 22 alle 24 accendere tutte le luci esterne. Il satellite filmerà questa iniziativa di pace. Passate il messaggio con ogni mezzo utile".

Una variante più prolissa offre maggiori dettagli: "Domenica 16 marzo tra le h20 e la mezzanotte, ora locale, accendiamo una luce, la piu visibile: una candela, una lampada, una lanterna, un fiflettore sulla finestra o nel balcone, o nello spazio del giardino.  Contro una guerra programmata, decisa con totale disprezzo dell'opinione pubblica espressa nelle manifestazioni che riflettono le nostre convinzioni!!!" e promette "l'immagine di un pianeta illuminato" che "può trasmettersi  come una breccia luminosa."

L'appello, nonostante i buoni propositi, è però una bufala, e per un motivo molto semplice: accendere le luci di notte non crea alcun effetto visibile da satellite, perché le città sono già illuminate di notte. Ci sono i lampioni, le luci delle insegne, i fanali delle auto... che differenza volete che faccia accendere qualche luce in più in casa o in giardino, a parte arricchire ancor più quei magnati del petrolio tanto criticati dall'appello, grazie al maggior consumo di energia elettrica?

Tanto per dare un termine di paragone, trovate un esempio di foto satellitare notturna su un sito Nasa (http://antwrp.gsfc.nasa.gov/apod/image/0011/earthlights2_dmsp_big.jpg): la foto mostra tutto il mondo ad alta risoluzione, ed è ottenuta componendo tante immagini riprese in momenti diversi. Se ci fossero più luci accese, non si noterebbe alcuna differenza: si avrebbe comunque la stessa densissima disposizione irregolare di chiazze luminose, e la foto non sarebbe più luminosa, perché l'obiettivo del satellite correggerebbe l'esposizione, proprio come fa qualsiasi macchina fotografica.

Il secondo problema di questo appello è che invita ad accendere le luci usando l'ora locale: ma siccome ci sono i fusi orari, non si potrà certo ottenere "l'immagine di un pianeta illuminato" promessa dall'appello. Quand'anche si potesse notare la differenza rispetto alla già accecante luce notturna emessa dalle città, si otterrebbe al massimo uno sfumato spicchio di mondo più illuminato, perché nell'emisfero in cui è notte le ore fra le 20 e mezzanotte  indicate dall'appello arrivano in momenti diversi.

Il terzo problema è in un certo senso il più pernicioso: la mancanza di data. Nella versione breve, diffusa via e-mail e SMS, si dice semplicemente "stasera". Questo significa che l'appello sembra valido oggi, domani, dopodomani e fino al giorno del giudizio, e di conseguenza non ce ne libereremo mai. Ogni notte, da qualche parte nel mondo, ci sarà qualche anima ingenua che accende inutilmente le luci del giardino.

Anche la versione "lunga" dell'appello è lacunosa in fatto di data: parla di "domenica 16 marzo", senza specificare l'anno, per cui mi sa che ce la ritroveremo tra i piedi ogni anno, perché tanto nessuno farà caso al fatto che il 16 marzo quell'anno non cade di domenica, o al massimo penserà a un refuso.

Per farla breve: questa iniziativa è mossa da intenzioni lodevoli, ma è soltanto un totale spreco di tempo e soprattutto di energia.

A qualcuno può venire in mente di obiettare che un esperimento di luci notturne riprese da satellite è stato realizzato con successo proprio in Italia, su iniziativa di Radio Popolare a Milano, il 25 settembre 1999, riuscendo a creare una scritta "Milano fa male" fotografabile (e fotografata) da satellite. L'immagine è pubblicata presso http://www.radiopopolare.it/html/iniziative/milanofa.htm.

La differenza rispetto alla proposta dell'appello, però, è profonda. Innanzi tutto, l'esperimento di Radio Popolare ha radunato circa 8.000 persone, ciascuna dotata di torcia elettrica, in un punto preciso e buio, e le ha disposte in modo da formare una scritta. La mancanza di illuminazione nella zona del raduno (un parco) ha permesso di ottenere uno sfondo scuro su cui le lettere si stagliano ottimamente. L'appello-bufala, invece, chiede semplicemente di accendere luci disposte a casaccio in giro per il mondo e in zone già illuminate da altre fonti, e quindi non è assolutamente confrontabile.

Grazie a Odo, vitto.so, claudiomar*****ti e fedriga, che hanno contribuito a questa indagine. La pagina antibufala dedicata a questo appello è presso http://www.attivissimo.net/antibufala/candela_satellite.htm.

Antibufala: appello per Rachel, mostruose mutazioni

Ricordate l'appello per la povera Rachel che muore di leucemia e che si salva soltanto se diffondete il suo messaggio grazie alle donazioni di 32 cent di AOL e ZDNet? Ha subito una serie di terrificanti mutazioni, e ora ha ripreso a circolare soprattutto nella Rete italiana.

Il motivo della rinnovata diffusione è che le mutazioni sembrano garantirne l'autenticità: per esempio, ora l'appello è accompagnato da varie precisazioni, come "Prego far girare, è una cosa seria e non la solita cazzata. Grazie. Fabio Bottiglioni", oppure "Conosco personalmente il medico che sta facendo girare il messaggio. Grazie.[Rizzotti Lorena (UPA)]" e "mio figlio è un medico e conosce la vera situazione di chi scrive" e porta in calce, oltre al riferimento a una persona dell'Istituto Superiore di Sanità, l'indicazione "Dr Fabrizio Bianchi - 1° Ricercatore CNR - Sezione Epidemiologia  - Istituto di Fisiologia Clinica - Consiglio Nazionale delle Ricerche - Area di Ricerca di San Cataldo - Via Moruzzi,1 - 56127 PISA (Italy)".

Ripeto, ribadisco e riconfermo, con il supporto di ZDNet e dell'Istituto Superiore di Sanità: l'appello è una bufala. Non esiste alcuna Rachel, né esiste una lotteria della vita in cui AOL e ZDNet lascerebbero schiattare la povera Rachel se per caso non si raggiunge la cifra sufficiente per l'operazione, né esiste alcun programma in grado di seguire il percorso di un e-mail inoltrato da una persona all'altra infinite volte. I nomi in calce all'appello, come sempre in questi casi, non ne garantiscono in alcun modo l'autenticità: sono semplicemente le "firme" automatiche (signature) che molti programmi appongono automaticamente in calce ai messaggi spediti.

Apogeonline: licenze Windows, la burla del bollino

Ovvero come migrare legalmente una versione preinstallata di Windows da un computer a un altro. Ma come, per anni si è predicato che il Windows preinstallato nella maggior parte dei Pc non è legalmente trasferibile ad un altro computer! In realtà tutto dipende da cosa si intende per "altro computer". Qual è la sede dell'anima di un Pc? Ne parlo in questo articolo per Apogeonline:

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/03/18/01/200303180101

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/03/14

[IxT] #2003-018 (14/3/2003). Antibufale: errata corrige sul caro-benzina; Valentin ha tanto freddo

Antibufala benzina: vado a comprarmi un pallottoliere

Grazie alla mente matematica di glucrezi, ben più sveglia della mia, devo segnalarvi un errore nei conticini della newsletter scorsa a proposito dell'appello a boicottare Shell e Esso per "dimezzare il prezzo della benzina”.

Infatti nell'ipotesi che avevo fatto, giusto per ridere, che i produttori rinuncino completamente alla loro quota del prezzo della benzina, ho scritto che “la benzina scenderebbe da 109,5 eurocent a 72,4 eurocent (ossia da 2120 a 1400 vecchie lire)”. In realtà scenderebbe da 109,5 eurocent a 65 eurocent (ossia da 2120 a 1260 vecchie lire). Mi scuso dell'errore. Resta valido comunque il ragionamento: persino in questo caso estremo (e impossibile), il prezzo non si dimezzerebbe come promette l'appello.

L'indagine completa, corretta e aggiornata è qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina_idea_francese.htm

Antibufala benzina 2: attenzione, c'è boicottaggio e boicottaggio

Molti lettori mi hanno chiesto chiarimenti su un'altra iniziativa di boicottaggio riguardante la benzina, quella promossa da Greenpeace contro Esso (Exxon). Dico subito che assolutamente non è una bufala ed ha tutt'altro significato e spessore rispetto alla catena di sant'Antonio che propone di boicottare Esso e Shell per arrivare a prezzi più bassi che ho recentemente descritto presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina_idea_francese.htm

Faccio questa precisazione per evitare eventuali confusioni fra le due iniziative: non vorrei che qualcuno, leggendo una riga sì e una no della mia indagine antibufala, pensasse che tutte le forme di boicottaggio che girano intorno al petrolio siano bufale (e magari che io sono al soldo delle compagnie petrolifere; capita anche questo).

La differenza fondamentale e abissale fra l'appello di Greenpeace e la bufala del "boicotta Esso e Shell per dimezzare il prezzo della benzina" è nelle motivazioni e nell'efficacia: mentre la bufala ha un obiettivo egoista e oltretutto impossibile per motivi fiscali (si vuole pagare meno la benzina soltanto per essere liberi di rombare con il macchinone, ed è il Fisco il principale responsabile del prezzo del carburante), l'invito al boicottaggio della Esso fatto da Greenpeace ha una motivazione etica ed ha ottime possibilità di riuscita. E' una forma pacifica di protesta, presente in numerosi paesi.

Come trovate descritto sul sito italiano di Greenpeace presso

http://www.greenpeace.it/stopesso

l'iniziativa di Greenpeace è una "azione responsabile e nonviolenta... per esprimere efficacemente dal basso la volontà della stragrande maggioranza della popolazione". L'invito è a fare "un gesto concreto contro la guerra - non finanziare chi le dà energia". Secondo Greenpeace, infatti, Exxon sarebbe, fra le compagnie petrolifere, la maggiore beneficiaria dell'intera operazione militare in Iraq. Un'ipotesi assai plausibile, dato che Exxon è la maggiore compagnia petrolifera del mondo; trovate tutta la documentazione sul sito di Greenpeace.

Oltre ad avere un contenuto moralmente assai più difendibile, questa forma di boicottaggio è efficace, diversamente da quella mirata soltanto a far calare il prezzo alla pompa. Infatti come spiegato presso Clarence.com

http://www.clarence.com/staff/mao/archives/001050.html

"secondo un recente sondaggio dell'agenzia Mori, nell'arco di un anno, il numero degli inglesi che hanno dichiarato di rifornirsi periodicamente nelle stazioni Esso è sceso di un quarto e circa un milione di guidatori hanno deciso di boicottare la compagnia per la sua politica in merito ai cambiamenti climatici. Dalla ricerca emerge che, alla domanda su dove si riforniscono regolarmente di carburanti, nel 2001 il 26% aveva risposto Esso contro il 19% dell'ultimo sondaggio."

In altre parole, questo tipo di iniziativa funziona: il consumatore accorto può davvero influenzare il modo di operare delle società petrolifere, punendo quelle eticamente scorrette e premiando quelle che prestano ascolto alle campagne contro l'inquinamento, per esempio. Cito sempre da Clarence: "Che una politica più attenta alle esigenze di tutela ambientale sia oramai una strategia anche per il mercato, è dimostrato dal dato, rilevato dalla stessa agenzia, che la British Petroleum, che al contrario ha deciso di non disconoscere le proprie responsabilità sui cambiamenti climatici e sta investendo molte risorse nella ricerca su fonti rinnovabili, è passata da 18% al 21% nelle preferenze dei guidatori."

Per farla breve: la campagna promossa da Greenpeace non ha niente a che vedere con la bufala che ho descritto, e non è assolutamente una perdita di tempo.

Antibufala benzina 3: coinvolto un professore

Come al solito, anche stavolta la distribuzione incontrollata degli appelli più squinternati fa "vittime" innocenti. Ricevo infatti da un professore dell'Università di Pisa la richiesta di segnalare che un'altra bufala sul boicottaggio per ridurre il prezzo alla pompa, quella descritta presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina.htm

circola anche in una versione accompagnata in calce dal suo nome, cognome, indirizzo del luogo di lavoro, numeri di telefono, ed indirizzo e-mail, in maniera tale che ne sembra l'autore, cosa assolutamente falsa.

Non è un fenomeno nuovo: per esempio, l'appello-bufala per la povera Rachel che riceverebbe 32 cent per ogni copia dell'appello che mandate

http://www.attivissimo.net/antibufala/george_arlington.htm

ha visto coinvolti l'Istituto Superiore di Sanità e altri enti pubblici di prestigio, che si sono trovati ad essere involontari "firmatari" dell'appello, facendolo sembrare autentico.

In questo caso, il professore smentisce in maniera categorica di essere l'autore dell'invito al boicottaggio.

Il caso del professore è tipico delle conseguenze nefaste di chi, per varie ragioni, si ritrova ad avere il proprio nome associato a una bufala. Come racconta il professore stesso, "da diverse settimane mi arrivano ogni giorno decine di e-mail e telefonate con richieste di chiarimento, commenti di tutti i tipi, ed anche insulti. Ho quindi cercato di rispondere a tutti i messaggi che mi sono arrivati con delle smentite e richieste di interrompere la catena. Tuttavia, negli ultimi giorni la divulgazione di questo messaggio sembra invece aumentare esponenzialmente (forse anche grazie a questa firma, ritenuta da qualcuno "autorevole")."

Ma come sempre le sue risposte individuali e le sue smentite non bastano, per cui si è rivolto al Servizio Antibufala nella speranza che questo possa dare più visibilità alla reale situazione. Riporto pertanto integralmente il testo della sua smentita, e mantengo riservato il suo nome per non esporlo ulteriormente alla persecuzione derivante da questa bufala:

Oggetto: Bufala boicottaggio benzina

Da diverso tempo gira nella rete un messaggio a catena con una proposta di boicottaggio per ridurre il prezzo della benzina. Si tratta di una "bufala" in giro dal luglio 2002, come si puo' vedere, ad esempio, nel sito web http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina.htm

Ultimamente (cioè da circa fine gennaio) è stata immessa in rete una versione del messaggio originale con aggiunti in calce il nome, cognome, luogo di lavoro, recapiti telefonici ed e-mail di un professore dell'Università di Pisa, in maniera tale che ne sembrasse l'autore, cosa, ovviamente, del tutto falsa.

Qualora riceveste (o abbiate già ricevuto) tale messaggio, siete quindi vivamente pregati non solo di non continuare la catena ma anche, se possibile, di far pervenire questa smentita a più persone possibile che pensiate possano aver ricevuto il messaggio stesso. Grazie.

Antibufala: lo strano caso di Valentin, che muore di freddo in Russia. Da tre anni

L'appello circola in varie lingue: Valentin Mikhaylin, uno studente di Kaluga, in Russia, ha la madre invalida. Fa tanto freddo, molta gente è già morta per il gelo, e anche lui sente la morte vicina. Così ha pensato di usare la connessione Internet della sua facoltà per chiedervi aiuto. Potreste mandargli coperte, sacchi a pelo, medicinali e cibo al suo indirizzo di casa? Anche i soldi vanno bene, anzi forse sono anche più pratici.

Come forse avrete sospettato, tutto fa pensare che si tratti di una truffa, per una serie di motivi descritti chiaramente da Hoaxbuster.com (http://www.hoaxbuster.com/hoaxliste/hoax.php?idArticle=6296, in francese).

Primo: questo appello è stato ricevuto da centinaia di migliaia di utenti della Rete, al punto di essere segnalato ripetutamente come “abusatore di Internet” nei newsgroup it.news.net-abuse e news.admin.net-abuse.sightings, specializzati nella segnalazione di questi comportamenti scorretti. Come fa uno studente disperatamente povero ad avere le risorse necessarie per un'invio di massa del genere, degno del più agguerrito degli spammer? Di certo non gli bastano la “connessione Internet gratuita” della facoltà dove studia e un normale programma di posta elettronica.

Secondo: come fa uno studente a procurarsi gli indirizzi delle centinaia di migliaia di utenti che hanno ricevuto il suo appello?

Terzo: l'appello, in numerose varianti, circola dal 1999. Valentin dice sempre che “ La morte è vicina anche a noi”, ma mi pare che sappia tenerla a distanza piuttosto benino.

Quarto: come mai nella versione del 1999 di questo appello Valentin Mikhaylin si presentava come un professore, anziché come uno studente?

Quinto: come mai c'è un appello (http://www.h-debate.com/listahad/26-11.htm) in cui un Valentin Mikhaylin, abitante allo stesso identico indirizzo, precisa che ha bisogno solo di “vestiti da uomo taglie L e XL” e “scarpe da uomo taglia 44-45”? Tutta gente fatta con lo stampino, a Kaluga? Le donne di Kaluga non patiscono il freddo? I bambini neppure?

Ovviamente si potrebbe tagliare la testa al toro andando a Kaluga a vedere chi abita all'indirizzo indicato: se qualcuno mi paga il viaggetto, lo faccio volentieri. Tuttavia, anche senza arrivare a questi estremi, gli indizi e le strane circostanze tecniche riguardanti la sua massiccia diffusione sembrano indicare più che chiaramente che l'appello è una truffa organizzata.

Esiste un fiorente mercato nero dei generi di prima necessità in Russia, e a qualcuno potrebbe essere venuta l'idea di far leva sul buon cuore della gente e indurla a mandare indumenti smessi e cibo, che poi verrebbero rivenduti. L'appello, oltretutto, suggerisce non troppo discretamente che è meglio mandare soldi.

Pertanto questo appello va considerato bufala, anzi truffa, fino a prova contraria. Perché rischiare? Dopotutto, se volete fare del bene agli abitanti di Kaluga, vi basta rivolgervi a organizzazioni più affidabili, come la Croce Rossa, piuttosto che a uno sconosciuto dai comportamenti assai sospetti.

L'indagine antibufala completa sul caso di Valentin è presso http://www.attivissimo.net/antibufala/valentin_russia.htm.

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/03/12

Antibufala Classic: Lo strano caso di Valentin, che muore di freddo in Russia. Ogni anno, dal 1999

Questo articolo era pubblicato qui su Attivissimo.net e viene ripubblicato qui con una data di pubblicazione fittizia (2003/03/12) corrispondente a quella di pubblicazione originale; vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Ultimo aggiornamento: 2021/01/02 16:00.


English abstract (il resto è in italiano)


An e-mail appeal from a Mr. Valentin Mikhaylin or Walentin Mihailin (or other similar-sounding spellings) has been circulating on the Internet at least since November 1999. In the various versions of this appeal, Valentin claims to be a desperately needy teacher (1999 version) or student (post-1999 version) who is dying of cold in Kaluga, Russia. The address given is always "Ryleeva Str. 6-45 Kaluga 248030". Sometimes the appeal asks to swap music CDs instead of clothing and emergency aid.

According to several hoax- and scam-busting sites and Net abuse monitoring newsgroups, "Valentin" has been sending so many e-mails for so many years with different excuses that he has been classified as a spammer. Moreover, because of the various identities and inconsistent stories he has used, his appeals are presumed to be a scam.

Here are some of the many e-mail addresses that "Valentin" has used. Any e-mail from these addresses should be considered a scam:

— va.q.michailin@mail.ru (2006)

— valent.l.michailin@mail.ru (2006)

— vamik@mailrus.ru (2006)

— vmik@userline.com

— vmik@nxt.ru

— valmik@mail2k.ru

— vmik@nextmail.ru

— vm@ustas.ru

— walen@poste.ru

— vmik@mail333.com

— vmik@students.ru (2003)

— valya@userline.ru (2002)

There are also other reasons for being suspicious about Valentin's appeals. For example, there are questions as to how an allegedly desperately poor Russian student is able to harvest hundreds of thousands of e-mail addresses and send as many e-mails. Also, the freezing temperatures described in his appeals are not always consistent with the temperatures in Kaluga as published on the Internet by several Websites.

Moreover, information reported by websites in Russia and other countries suggests that Valentin is a rather foolish young man who thought he could make a living for his family and himself by begging over the Internet, but wasn't smart enough to keep quiet about it with the local authorities, ultimately getting in deep trouble with the law for slandering the local Post Office authorities and for the threats to launch nuclear missiles that originated from his computer and were sent to thousands of West European addresses, causing alarm as they claimed to be sent by a group of disgruntled workers of a Russian nuclear missile base.

According to several sources and personal tests, when Valentin is contacted with offers to send emergency aid, he replies with a standard text giving details of how to send him money via Western Union. His name and address would appear to be genuine, as he uses them to receive these money transfers.

Another reason for being suspicious about Valentin's appeal is that he is extremely reluctant to give information that might corroborate his story. He has been asked by myself and other Internet users to provide simple evidence of his condition, or just a photograph of himself in exchange for a donation, but he has always refused, giving all sorts of implausible excuses.

Finally, Valentin's reaction to the Web page you're reading has been unusually aggressive. In January 2005, Valentin contacted me, accusing this Web page of slander. He then started a series of personal attacks.

First he threatened me with an international lawsuit, which so far has failed to materialize. Then he claimed that he had found classified advertisements of mine in gay Websites, seeking young men for sex, and indeed I subsequently received few offers (which I politely declined); I didn't post the ads, so I presume someone planted them in an attempt to harass me. Then he contacted Paypal.com and asked them to close my account because, he said, I was a slanderer (Paypal refused). He then tried to block my e-mail account at Pobox.com by again claiming that I was a slanderer (Pobox refused).

There have also been several instances in which my e-mail address was used as apparent source of a spamming campaign. Analysis of the headers of this spam flood shows that the sender was using Moscow time. In a third instance, several blogs and discussion groups were spammed with a poorly written advert about my website, which also gave my personal details and used almost verbatim the text of personal e-mails that Valentin had sent to me.

I cannot establish a bulletproof link between Valentin and these spam-based harassments, but it is a fact that they all coincided with my attempts to contact Valentin asking him what had happened to the lawsuit and politely offering him further opportunity to provide evidence of his condition.

Further details, together with Valentin's rather amusing messages to me, are provided in the links on this page, which also include an article from a Russian website, detailing his questionable activities and his troubles with the Russian legal system.

Readers in Russia were able to visit Kaluga and acquire further information about Valentin. I am not publishing this information for the time being, as I am waiting for further confirmation.

In view of all these facts, this appeal should be considered a scam unless strong evidence to the contrary is provided.


Il testo dell'appello


L'appello, anzi gli appelli, circolano in varie lingue e in varie versioni. Qui presento la versione più recente:

From: Valentin <valent.l.michailin@mail.ru>

Date: Nov 26, 2006 4:55 PM

Subject: Letter from Russia

To: undisclosed-recipients

Dear Friends,

Please excuse me for this letter.

My name is Valentin. I'm student and I live with my mother in a small town Kaluga, Russia. My mother is invalid. She cannot see and she receive pension very rare which is not enought even for medications.

I work very hard every day to be able to buy necessities for my mother, but my salary is very small, because my studies still not finished.

Due to deep crisis authorities stoped gas in our district and now we cannot heat our home. I don't know what to do, because the winter is coming and the weather will be very cold. I am very afraid that the temperature inside our home can become very cold and we will not be able to survive.

Therefore I finded several e-mail addresses and thank to the free internet access in our local library I decided to appeal to you with prayer in my heart for small help.

If you have any old sleping bag, warm blanket, electric heater, warm clothes and shoes, electric water-boiler, canned and dried food, vitamins, medicines from cold, any hygiene-products, I will be very grateful to you if you could send it to our postal address which is:

Valentin Michailin,

Rileeva Str, 6-45.

Kaluga. 248030,

Russia.

If you think that it would be better or easier for you to help with some money, please write me back to my e-mail vamik@mailrus.ru and I will write you how to send it safely, if you agree. In this case I will be able to buy a portable stove and heat our home during the winter.

I hope to hear from you very soon and I pray that you can help us. I also hope very much that this hard situation will become better in our region very soon.

From all my heart, I wish you all the best. I wish that all your dreams come true and your life will be full of hapiness.

God Bless You,

Valentin.

Kaluga. Russia.

E-mail: vamik@mailrus.ru

Ne ho raccolte alcune delle varianti più diffuse e ne ho preparato una traduzione italiana in una pagina a parte.

In sintesi, è dal 1999 che un certo Valentin Mikhaylin (o Walentin Mikhailyn o altre grafie analoghe) dice di abitare a Kaluga, in Russia. Talvolta afferma di stare morendo di freddo con sua madre invalida e chiede viveri e aiuti; talaltra sta bene e chiede di inviargli CD di musica nazionale. Nelle versioni più recenti, Valentin si presenta come studente, ma in altri casi si è presentato come professore. In alcuni casi, gli aiuti richiesti sono generi di prima necessità (un sacco a pelo, una coperta calda, una stufa elettrica, indumenti e scarpe calde, un bollitore elettrico, cibo in scatola, medicinali, eccetera) oppure soldi; in altri la richiesta è specifica in termini di taglia degli indumenti e delle scarpe.

In ogni caso, l'indirizzo indicato è sempre "Ryleeva Str. 6-45 Kaluga 248030 RUSSIA."

Ci sono numerose altre versioni di questo appello, scovate dai lettori. In una, per esempio, Valentin si presenta come radioamatore e offre scambi di apparecchiature per questo hobby, come descritto in un'indagine parallela (ora non più presente all'indirizzo linkato ma archiviata su Archive.org). Valentin usa anche altri indirizzi: i frequenti cambi sembrano indicare che viene cacciato spesso dal provider, probabilmente perché viene segnalato come spammer.

Ecco alcuni degli indirizzi utilizzati negli ultimi anni da Valentin. Qualsiasi messaggio proveniente da questi indirizzi è da considerare truffaldino:

— va.q.michailin@mail.ru (2006)
— valent.l.michailin@mail.ru (2006)
— vamik@mailrus.ru (2006)
— vmik@userline.com
— vmik@nxt.ru
— valmik@mail2k.ru
— vmik@nextmail.ru
— vm@ustas.ru
— walen@poste.ru
— vmik@mail333.com
— vmik@students.ru (2003)
— valya@userline.ru (2002)


I "garanti" di Valentin (2005)


Una variante dell'appello che merita di essere evidenziata è quella che ha iniziato a circolare a fine 2005 e nella quale fa "autenticare" i suoi messaggi da altre persone, che però sono inesistenti.

In pratica, al posto del solito appello diretto, lo spam di Valentin arriva sotto forma di un e-mail proveniente (apparentemente) da una terza persona, che consiglia di dare ascolto all'appello del ragazzo russo. Eccone un esempio, il cui mittente sarebbe un certo "Merlin Mccracken" (appleton1@blueyonder.co.uk), ma mi sono stati segnalati messaggi analoghi provenienti da altri mittenti, come "Lyman Montano", "Angelica Odom", "Daryl Velez", "Hubert Cornett", "Bruno Means", "Amalia Velazquez", "Kirk Quinterno" e altri, tutti riferiti a indirizzi del provider inglese Blueyonder:

On December 6, 2005, I received this interesting message from a poor Russian student. He is asking for little help due to the difficult situation. I was in another region and did not check my mailbox until now.

I can't help because I have a lot of different problems myself, therefore I forward this message to all the emails from my address-book in hope that you can help.

You can contact Valentin directly at: wmik@mailrus.ru

I wish you a Merry Christmas!


Traduco:

Il 6 dicembre 2005 ho ricevuto questo messaggio interessante da un povero studente russo. Chiede un po' di aiuto a causa della situazione difficile. Mi trovavo in un'altra regione e ho controllato solo ora la mia casella di posta.

Io non posso aiutare, perché ho molti e vari problemi anch'io, per cui inoltro questo messaggio a tutti gli e-mail [sic] della mia rubrica nella speranza che possiate aiutare.

Potete contattare Valentin direttamente presso: wmik@mailrus.ru

Vi auguro buon Natale!


Datazione


Appelli a nome di Valentin per i motivi più disparati circolano almeno da novembre del 1999, secondo Hoaxbuster.com e come facilmente confermabile immettendo il nome Valentin Mikhaylin o Mihailin e/o Kaluga in Google.


Perché è una bufala, anzi una truffa


Si tratta di una truffa per una serie di motivi descritti chiaramente da Hoaxbuster.com al link citato sopra (in francese):

  • Questo appello è stato ricevuto da migliaia di utenti della Rete, tanto da essere segnalato ripetutamente come abusatore di Internet nei newsgroup it.news.net-abuse e news.admin.net-abuse.sightings, specializzati nella segnalazione di questi comportamenti scorretti. Come fa uno studente disperatamente povero ad avere le risorse necessarie per un invio di massa del genere, degno del più agguerrito degli spammer? Di certo non gli bastano la "connessione Internet gratuita" della facoltà e un normale programma di posta elettronica.
  • Come fa uno studente a procurarsi gli indirizzi delle migliaia di utenti che hanno ricevuto il suo appello?
  • L'appello, in numerose varianti, circola dal 1999. Valentin dice quasi sempre che "La morte è vicina anche a noi", ma mi pare che sappia tenerla a distanza piuttosto benino. Un ottimo campionario dei suoi appelli è raccolto presso un sito tedesco. A novembre 2005, Valentin ha iniziato una nuova ondata di messaggi di richiesta di aiuto. Ha insomma superato sette inverni, durante i quali diceva di essere allo stremo. I casi sono due: o è abilissimo a sopravvivere (e a mantenere una capiente connessione a Internet), oppure la sua situazione non è disperata come dice.
  • Come mai nella versione del 1999 di questo appello Valentin Mikhaylin si presentava come un professore, anziché come uno studente?
  • Come mai c'è un appello in cui un Valentin Mikhaylin, abitante allo stesso indirizzo, precisa che servono solo "vestiti da uomo taglie L e XL" e "scarpe da uomo taglia 44-45"? ("Also we need clothes and shoes. Now the weather here is very cold. Therefore we need warmth men clothes which are sizes L and XL. We need these big sizes as our children and we will be dressing under these clothes our old clothes. It will allow constantly being in heat. The men shoes we need are the sizes 44 - 45") Tutta gente fatta con lo stampino, a Kaluga? Le donne di Kaluga non patiscono il freddo? I bambini neppure?
  • Come mai i suoi appelli sono classificati fra le "truffe alla nigeriana" dai siti antibufala come Nigeria-connection.de?
  • Inoltre, perché uno studente affamato e infreddolito dovrebbe mettersi a scambiare CD di musica via e-mail? Dove li trova i soldi per i CD di musica russa che offre in cambio, se non ha i soldi per i medicinali per la madre?
  • Come mai le temperature polari di cui parla nei suoi appelli non corrispondono a quelle ben più miti indicate per tutto l'anno dai siti Web meterologici che parlano di Kaluga? Stando ai dati meteorologici disponibili in Rete, a Kaluga non fa così drammaticamente freddo come dice Valentin (che cita temperature di -20°C e anche -30°C). Mediamente, infatti, le temperature variano fra -7 e 17 gradi, anche se c'è effettivamente qualche minima intorno ai -20°C.
  • Come mai, quando lo si contatta offrendo di spedirgli generi di prima necessità, come ho fatto io e hanno fatto molti altri lettori, Valentin chiede di mandargli invece una rimessa di denaro tramite Western Union?
  • Come mai, quando viene contattato offrendogli aiuto, rifiuta con le scuse più improbabili ogni richiesta amichevole di informazioni su di lui, come per esempio una sua foto o una foto di dove abita? Cos'ha da nascondere?
  • Come mai, per esempio nell'ondata di invii di novembre 2005, ha cambiato la grafia del proprio nome e cognome da "Valentin Mikhaylin" a "Walentin Mikhailyn"? E come mai l'ha cambiata ancora nella raffica di messaggi inviata a novembre 2006, nella quale si presentava come "Valentin Michailin"? Forse in questo modo conta di non essere smascherato tramite una ricerca del suo nome e cognome in Google? Le prime due grafie, infatti, portano dritte a pagine antitruffa, la terza (per ora) no.

Già questi dubbi basterebbero a sospettare della veridicità dell'appello di Valentin: è prudente trattare questo appello come truffa fino a prova contraria. E' comunque una situazione poco chiara e per questo è meglio evitarla. Perché rischiare? Dopotutto, se volete fare del bene agli abitanti di Kaluga, vi basta rivolgervi a organizzazioni più affidabili, come la Croce Rossa, piuttosto che a uno sconosciuto dai comportamenti sospetti.

Certo, potrebbe anche trattarsi di un poveraccio che si è inventato un modo per tirare a campare chiedendo l'elemosina tramite la connessione Internet di un istituto scolastico locale e mente per intenerire gli animi; ma se così fosse, non avrebbe comunque il diritto di fare spam e soprattutto di attaccare chi denuncia il suo comportamento sospetto, come è capitato ripetutamente a me.

I dubbi sulla veridicità di Valentin aumentano quando si considerano i risultati abbastanza sorprendenti di un'indagine approfondita, realizzata con l'impagabile aiuto dei lettori del Servizio Antibufala: Valentin è già stato in galera ed è un piccolo quanto imbranato truffatore, secondo quanto riportato da un articolo di un sito russo, di cui ho preparato una traduzione con l'aiuto dei lettori.


Valentin dice di avere fame e freddo, però mi attacca via Internet


Dopo la pubblicazione della versione iniziale di quest'indagine, Valentin mi ha mandato via e-mail una diffida piuttosto aggressiva e ha iniziato, ai primi del 2005, una serie di attacchi informatici contro di me, che trovate documentati in dettaglio nel mio carteggio con Valentin. Ho preparato inoltre un'analisi di uno di questi attacchi, cogliendo l'occasione per mostrare come si indaga sull'origine di un messaggio sospetto.

  • Inizialmente ha minacciato di farmi causa per diffamazione (che però finora non s'è vista).
  • Poi ha detto che aveva trovato delle mie inserzioni in siti gay nei quali cercavo uomini giovani per fare sesso. Le inserzioni non le ho messe io, ma qualcuno che pensava in questo modo di molestarmi. Ma a parte qualche e-mail d'invito, che ho cortesemente respinto, non ci sono state conseguenze.
  • Poi ha contattato Paypal.com e chiesto loro di chiudere i miei conti perché a suo dire sono un diffamatore (Paypal ha rifiutato).
  • Ha fatto lo stesso con Pobox.com, che mi fornisce l'alias di posta: Pobox.com ha rifiutato.
  • Ci sono stati inoltre vari casi nei quali il mio indirizzo di e-mail è stato usato come falso mittente di una campagna di spam. Gli header (intestazioni) di questi messaggi di spam indicano che il mittente ha usato l'ora di Mosca. L'analisi di questo attacco è interessante anche in termini più generali come esempio di indagine sulla vera origine di un messaggio.
  • In un'altra occasione, vari blog e gruppi di discussione sono stati spammati da una pubblicità molto maccheronica per il mio sito, che includeva alcuni miei dettagli personali e usava pressoché testualmente le frasi usate da Valentin in alcuni suoi e-mail personali a me.
  • Altre volte ancora, ho rilevato tentativi di iscrivermi a centinaia di mailing list e newsletter, come se qualcuno avesse tentato di intasarmi la casella di posta. Per fortuna quasi tutte le newsletter e mailing list inviano un messaggio di richiesta di conferma quando ricevono un e-mail di iscrizione, proprio per evitare che qualcuno mandi richieste a nome di qualcun altro, per cui i tentativi sono stati infruttuosi e l'unico fastidio è che ho trovato due-tremila messaggi d'errore, facilmente purgabili, nella mia casella di posta. Un esempio di questa forma di attacco, avvenuta a dicembre 2005, è documentato in questo mio articolo.

Non sono al momento in grado di dimostrare al di là d'ogni dubbio che ci sia Valentin dietro ciascuno di questi attacchi, ma gli indizi sono forti ed è indubbio che questi eventi sono avvenuti subito dopo che l'ho contattato via e-mail per chiedergli che fine avesse fatto la causa che aveva minacciato e per offrirgli nuovamente l'occasione di dimostrare la veridicità della sua storia, oppure in occasione di miei articoli che parlano del suo caso.


I lettori indagano, sorvegliano e si interpongono


Altri lettori hanno deciso di indagare e di iniziare una sorta di azione di sorveglianza e interposizione per monitorare il comportamento di Valentin e rendergli più difficile fare altre vittime (e ne ha fatte parecchie). In sostanza, lo contattano spacciandosi per persone che credono al suo appello e vogliono mandargli aiuto. Ho raccolto in pagine separate le loro indagini e le loro esperienze di contatto e sorveglianza.

Quest'attività di interposizione consente di aumentare notevolmente il traffico di posta di Valentin, in modo tale che perda molto tempo dietro a false vittime e quindi abbia meno tempo per circuire quelle vere: in pratica, si interpongono fra il truffatore e la vittima, così come ci si interpone fra un aggressore e una persona indifesa.

L'azione, non coordinata da me ma nata spontaneamente dai lettori del Servizio Antibufala dopo la pubblicazione della prima versione di quest'indagine, ha causato una reazione molto vivace da parte di Valentin, che ora risponde a tutti gli e-mail provenienti dall'Italia con un messaggio standard che dissemina i miei dati personali conditi con frasi sarcastiche nei miei confronti.

Valentin, infatti, pensa che io sia il condottiero di chissà quale persecuzione di massa nei suoi confronti (ha dimostrato di essere piuttosto paranoico visitando la pagina di Attivissimo.net dedicata a lui oltre un centinaio di volte in meno di un mese, come risulta dai miei log).

L'interposizione ha comunque avuto un effetto positivo: siccome ora Valentin pensa che chiunque gli scriva da un indirizzo ".it" sia un simulatore, gli è molto difficile fare vittime in Italia.


Ringraziamenti


Grazie a tutti i lettori già citati che hanno collaborato a quest'indagine. Cito in particolare alcuni che non ho avuto modo di citare direttamente nel testo: enric0m, mdt86, antonella.recec****, odo, Stefano Bell****, jodyber, Luciano Lo*** e rudy69.

2003/03/11

[IxT] #2003-017 (11/3/2003). Antibufala: come ti risolvo il caro-benzina? Boicottando Shell e Esso

Sembra esserci un boom di catene di sant'Antonio riguardanti i prezzi di benzina e petrolio; sarà l'effetto Iraq. La bufala di oggi riguarda in particolare un appello che dichiara di provenire dalla Francia. “Siamo venuti a sapere di un'azione comune per esercitare il nostro potere nei confronti delle compagnie petrolifere: semplice e geniale! “ inizia l'appello.

“I petrolieri e l'OPEC ci hanno condizionati a credere che un prezzo che varia tra 0,95 e 1 euro al litro sia un buon prezzo, ma noi possiamo far loro scoprire che il prezzo conveniente è la metà.... La proposta è che, da qui alla fine dell'anno, non si compri più benzina delle due più grosse compagnie, SHELL e ESSO, che peraltro ormai formano una compagnia soltanto. Se non venderanno più benzina, saranno obbligate a calare i prezzi. Se queste due compagnie calano i prezzi, le altre dovranno per forza adeguarsi.”

L'appello si conclude con due perle di prima grandezza: “Inviate dunque questo messaggio a dieci persone, chiedendo loro di fare altrettanto. Abbiamo calcolato che, se tutti sono abbastanza veloci nell'agire, potremmo sensibilizzare circa 300 milioni di persone in otto giorni.”. Più che “sensibilizzare”, direi “spammare”, dato che l'idea di diffondere trecento milioni di messaggi inutili è proprio tipica dello spamming più abietto. “E' certo che, ad agire così, non abbiamo niente da perdere, non vi pare ?!” Certo, niente da perdere se non la faccia.

Il progetto proposto dall'appello, infatti, non sta in piedi. L'appello dichiara di ambire a dimezzare il prezzo della benzina (“noi possiamo far loro scoprire che il prezzo conveniente è la metà”), ma si scontra con un piccolo particolare: perlomeno in Italia e in gran parte dei paesi europei, il prezzo della benzina alla pompa è costituito per oltre la metà da tasse. Di queste tasse non va nulla in tasca a “petrolieri e OPEC”. Va tutto al fisco.

Per la precisione, in Italia il prezzo della benzina è composto da prezzo industriale (quello che va ai produttori), accisa e IVA al 20% (che vanno al fisco). Secondo dati di febbraio 2003, citati da Il Nuovo del 5 febbraio 2003 (http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,169190,00.html) e confermati da altri siti come http://www.tecnici.it/indici/default.asp?nam=benzina, che dichiara “dati forniti dal Ministero dell'Industria”, quasi tre quarti di quello che si paga al distributore va al Fisco.

Per dirla con Il Nuovo, i prezzi finali dei carburanti “sono infatti la risultante del prezzo industriale a cui va aggiunta l'accisa e l'Iva al 20% applicata sul totale delle prime due voci. Dunque, degli 1,095 euro che arriva a costare agli automobilisti un litro di verde, solo 0,371 euro circa sono legati all'effettivo costo del carburante. La parte rimanente, pari a 0,724 euro, è invece costituita da tasse (0,542 euro il peso dell'accisa e 0,1825 quello del'Iva)”.

In altre parole, i produttori possono decidere di ridurre quei 37 eurocent al litro; sulle altre voci non hanno modo di intervenire. Supponiamo, giusto per ridere, che in un impeto di mirabile generosità, magari scossi da questo appello, i produttori decidano di lavorare gratis (e come loro i loro dipendenti e i benzinai) e rinuncino completamente alla loro quota, regalando benzina. La benzina scenderebbe da 109,5 eurocent a 72,4 eurocent (ossia da 2120 a 1400 vecchie lire), ma di certo non si dimezzerebbe come promette l'appello.

E' comprensibilmente difficile che i produttori di petrolio decidano di rinunciare a tutti i loro ricavi: diventerebbe un tantinello difficile pagare gli stipendi ai loro dipendenti. Ma chissà, magari un appello del genere potrebbe perlomeno indurli a ridurre la loro quota di ricavi.

Può darsi. Ma l'effetto della riduzione dei ricavi sul prezzo della benzina sarebbe modesto. Per esempio, supponiamo che le società petrolifere, messe sotto pressione dalla campagna promossa dall'appello, riducano del 20% i propri ricavi. Sarebbe un risultato industrialmente ragguardevole, dato che come qualsiasi azienda, le società petrolifere hanno alcuni costi di produzione non comprimibili: stipendi e tasse, ammortamento degli impianti, materie prime e materiali di consumo, eccetera.

Ho fatto due conti, e persino in un caso così improbabile, la riduzione alla pompa ammonterebbe in totale a 9,5 eurocent. In altre parole, quand'anche le società riducessero miracolosamente del 20% i propri ricavi (sottolineo ricavi, non guadagni) senza schiattare, la benzina calerebbe soltanto di 180 lire al litro. Meno del dieci per cento.

Insomma, questi appelli al boicottaggio selettivo dei distributori di benzina sono rivolti al bersaglio sbagliato. E' il fisco, non l'OPEC, che si mangia i tre quarti di quello che paghiamo alla pompa. Ma col fisco non si può discutere e non si possono fare boicottaggi, per cui questi appelli si sfogano prendendosela con chi invece c'entra poco: la classica sindrome del “se la moglie ti rimprovera, dai un calcio al cane”. Non andare a far benzina presso una catena di distributori e farla invece in un'altra, naturalmente, per il fisco non fa nessunissima differenza.

In realtà il modo per ridurre subito la spesa affrontata al distributore c'è, e non richiede catene di sant'Antonio o improbabili boicottaggi. Basta guidare un po' più piano e meno nervosamente, magari rispettando i limiti di velocità cittadini, visto che il ciclo urbano di continue brusche accelerazioni e brusche frenate è quello che fa schizzare verso l'alto i consumi. Rispettare i limiti di velocità, inoltre, avrebbe anche il non trascurabile effetto collaterale di ridurre il numero impressionante di morti per incidenti stradali.

Novemila l'anno, in Italia. Pensateci.

L'indagine antibufala completa è a vostra disposizione presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/caro_benzina_idea_francese.htm

Nuovo Office, documenti in formato Palladium

La prossima versione di Office consentirà di cifrare con una semplice cliccata e-mail, spreadsheet e documenti, consentendone stampa e lettura soltanto agli utenti autorizzati. Rivoluzione nella tutela della riservatezza o tattica per creare ulteriore dipendenza negli utenti? Ho scritto un'analisi in proposito, la trovate qui:

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/03/11/01/200303110101

Webcam!

Visto che alcuni lettori particolarmente amanti dell'orrido si sono lamentati che la mia webcam è spenta da mesi, l'ho riaccesa alla fine di una soffertissima installazione di un nuovo PC sul quale coabitano Windows XP e Linux. Un giorno vi racconterò cosa mi è capitato, ma devo aspettare che mi passino i travasi di bile causati, stranamente, più da XP (che pure era preinstallato e avrebbe dovuto funzionare subito) che da Linux.

Se volete inquietarvi, la webcam è disponibile (in orari di lavoro e ogni tanto anche di notte) qui:

http://members.xoom.virgilio.it/attivissimo/webcam.htm

Recensione su Repubblica

Grazie a tutti coloro che mi hanno inviato la scansione della recensione del Servizio Antibufala sul Venerdì di Repubblica!

Antibufala del Politecnico: aggiornamento

Il 10/3/2003 ho ricevuto dal professor Rodolfo Soncini Sessa, del Politecnico di Milano, una sua nota di chiarimento. Il professore mi ha chiesto di pubblicarla, e così ho fatto. La trovate qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/perche_si_fa_guerra2.htm

L'indagine completa è invece qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/perche_si_fa_guerra.htm

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/03/08

[IxT] #2003-016 (8/3/2003). Festa delle donne, chi si ricorda di Amina?

Sembra purtroppo scivolato nel dimenticatoio il caso di Amina Lawal, la donna nigeriana condannata alla lapidazione come in precedenza era capitato a Safiya Hussaini. Mi ero permesso cinicamente di commentare che la prima Safiya vende (copie di giornali), la seconda stufa, e purtroppo ci ho azzeccato. La maggior parte dei media sta trascurando il suo caso, e soltanto pochi siti Web dedicati ai diritti umani se ne occupano.

Sul caso di Amina circola una catena di sant'Antonio che invita a sottoscrivere un appello di Amnesty International: a parte i suoi dettagli truculenti e discutibili (“Manca solo un mese e poi la nuova vincitrice nigeriana del concorso "sforna un bambino e muori con la testa sfasciata" verrà dovutamente lapidata. L'altra notte ho visto come lapidano la gente secondo la Sharia” eccetera) l'invito, una volta tanto, non è affatto una bufala, dato che presso il sito italiano di Amnesty citato nella catena

http://www.amnesty.it/primopiano/nigeria/nigeria.php3

c'è un dossier sul caso di Amina, che include un appello da sottoscrivere e inviare (presumibilmente via e-mail) al presidente nigeriano Obasanjo. L'appello di Amnesty, al momento in cui scrivo, ha raccolto circa 270.000 adesioni.

Ho sempre molti dubbi sull'efficacia degli appelli inviati via e-mail (una lettera scritta è psicologicamente molto più tangibile), ma vista la posta in gioco, non mi sento di invitare a bloccare questa catena di sant'Antonio. Considerato inoltre il disinteresse dei media ufficiali, l'unico modo di informare il pubblico di questa terribile situazione è la Rete.

Se decidete pertanto di diffondere l'appello, consiglio di aggiungervi una precisazione importante: la data di scadenza, in modo che non circoli in eterno, e magari il riferimento ad alcuni dei siti che si occupano del caso di Amina che cito qui sotto.

Infatti è previsto un aggiornamento a breve: secondo quanto riportato dal sito Amnistiaporsafiya.org e dal sito inglese di Amnesty International

http://web.amnesty.org/web/content.nsf/pages/gbr_nigeria

il 25 marzo 2003 si terrà l'udienza di ricorso contro la condanna di Amina alla lapidazione (ringrazio ezio.f***o per la segnalazione). La catena attuale, invece, parla genericamente di “solo trenta giorni di tempo”, senza dare date precise. Il che significa, ovviamente, che anche fra un mese o fra un anno ci saranno sempre “solo trenta giorni di tempo”, rendendo quindi inutilmente eterna questa catena.

Se vi saranno aggiornamenti al caso di Amina, li troverete sicuramente segnalati sul sito di Amnesty International, sul sito antibufala Snopes.com

http://www.snopes.com/inboxer/petition/amina.htm

che vi invito a visitare (è in inglese) perché spiega le differenze fra il caso di Amina e quello di Safiya (Safiya fu salvata grazie al cavillo che l'”adulterio” era avvenuto prima dell'entrata in vigore della Sharia) e i motivi per cui l'appello al presidente Obasanjo difficilmente avrà effetto (Obasanjo, cristiano, è contrario alla sentenza, ma in pratica non ha poteri che gli consentano di interferire nella decisione, a causa del sistema federale sul quale è basata la Nigeria, musulmana al nord e cristiana al sud).

Naturalmente, nei limiti delle mie scarse risorse, terrò aggiornata anche la mia pagina antibufala:

http://www.attivissimo.net/antibufala/amina_lawal.htm

Ciao da Paolo.

 

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